Giocava a calcio il piccolo Stefano, il dodicenne morto ieri dopo essere caduto in un pozzo a Gorizia. Ci giocava con passione e incarnando tutti quei valori positivi che questo sport porta con sé. A fine dello scorso anno, infatti, era stato premiato per il fair play di cui si era reso protagonista durante una partita di calcio. Da attaccante della U.S. Azzurra, aveva rinunciato a segnare un gol per soccorrere il portiere avversario rimasto a terra a causa di un infortunio. Un gesto che gli è valso un premio nell’ambito della manifestazione «Le eccellenze dello sport», organizzata da Associazione Atleti Olimpici e Azzurri d'Italia.

 

Il bimbo ha perso la vita ieri, dopo essere precipitato in un pozzo profondo una trentina di metri nel parco Coronini Cromberg a Gorizia. Stefano era lì con il centro estivo e insieme agli altri bambini stava giocando alla caccia al tesoro. Proprio sul coperchio del pozzo, a mo’ di appoggio, era stata posizionata la mappa del gioco. Coperchio che probabilmente non ha retto il peso del piccolo. A chiarire il tutto saranno le indagini, avviate dalla procura di Gorizia.

 

«Abbiamo aperto un fascicolo a carico di ignoti, per l'ipotesi di reato di omicidio colposo», ha dichiarato il sostituto procuratore Laura Collini. «L'attività richiederà tempo e anche strumenti adeguati, essendo coinvolti bambini che dovranno essere sentiti con modalità protette e adatte alla loro delicata situazione, che va oltremodo tutelata - ha ricordato Collini - l'area del pozzo resta sotto sequestro».