A Varsavia l'incontro con il leader polacco Morawiecki e con il presidente Duda: «Pronti a nuove forniture armi all'Ucraina»
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L'Italia è saldamente schierata dalla parte dell'Ucraina e vuole giocare un ruolo da protagonista anche nella ricostruzione del Paese martoriato da un anno di guerra. Giorgia Meloni, dopo settimane non facili per la bufera scatenata dalle parole di Silvio Berlusconi su Volodymr Zelensky, sbarca a Varsavia.
Città che diventa anche il punto di partenza di un lungo viaggio che la porta fino a Kiev, dove avrà il tanto atteso incontro con il presidente ucraino.
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto un colloquio telefonico con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.
Il presidente Usa ha chiamato Meloni appena rientrato in Polonia, dopo la visita a sorpresa a Kiev. I due leader hanno discusso del loro stretto coordinamento in corso sul sostegno all'Ucraina, compresa l'assistenza in materia di sicurezza, economica e umanitaria. Il presidente Joe Biden «non vede l'ora di dare il benvenuto» alla premier Giorgia Meloni a Washington «quando i loro programmi (di lavoro, ndr) saranno allineati».
Lo rende noto la Casa Bianca dopo la telefonata. La Casa Bianca ha confermato che nella loro telefonata i due leader «hanno discusso del loro stretto coordinamento in corso sul sostegno all'Ucraina, compresa l'assistenza di sicurezza, economica e umanitaria».
Intanto, il faccia a faccia con l'amico Mateusz Morawiecki che condivide con la premier la militanza nel gruppo europeo dei Conservatori. Un'occasione per fare un punto anche sull'invio di forniture militari per consentire agli ucraini di difendersi e perseguire «la pace e la stabilità». Infine il colloquio con il presidente Duda. L'appuntamento con il primo ministro polacco avviene mentre in una capitale sferzata dal maltempo sta per arrivare, in anticipo e a sorpresa, anche il presidente americano Joe Biden, di ritorno proprio da una visita lampo in Ucraina. Ma le agende dei due leader non si incrociano.
L'incontro con il premier polacco serve a fare il punto sul dossier migranti, altro tema caro a Roma e Varsavia. I due chiamano in causa l'Europa: «Deve essere Bruxelles ad occuparsi del problema», dice Morawiecki. Usa toni ancora più duri Meloni: «Non possiamo continuare a consentire che la selezione in ingresso sia fatta da bande di trafficanti, non possiamo confondere migrazioni e profughi».