I primi movimenti del braccio sono un segnale di forza e speranza per una giovane mamma di 23 anni della provincia di Taranto, che, mentre era in gravidanza (alla 35esima settimana) cinque mesi fa, fu ritrovata svenuta priva di conoscenza in casa a causa della rottura di una malformazione artero-venosa cerebrale. Intubata e stabilizzata a Taranto giunse al Policlinico di Bari e presa in carico dell'unità operativa di medicina fisica, riabilitazione e unità spinale unipolare diretta, diretta dalla prof. Marisa Megna. La donna paralizzata ed in coma riuscì a portare a termine la gravidanza. «Il bambino - spiega Marisa Megna - sta bene e la mamma, faticosamente ma con costanza, sta recuperando la sua funzionalità cognitiva e motoria».

Il team di ginecologi dell'unità operativa diretta dal professor Ettore Cicinelli, eseguì tutti gli esami, poi ci fu il parto cesareo programmato a causa, viene spiegato in una nota, «dell'incapacità della paziente di contrarre volontariamente i muscoli e di esprimersi».

La donna dopo essersi ripresa dal parto è stata sottoposta «alla stimolazione transcranica a corrente diretta che prevede l'utilizzo non invasivo della corrente elettrica a bassa intensità per favorire la neuromodulazione delle zone dell'encefalo deputate al linguaggio e al movimento».

Dopo cinque mesi «grazie alla riabilitazione, la paziente con emiplegia e afasia, appare molto ben avviata a un percorso di riconquista delle normali attività».
«È stato emozionante e commovente vedere la donna muovere il braccio e la mano destra, abilità in precedenza venuta meno come conseguenza dell'accidente cerebrovascolare. La paziente - conclude Marisa Megna - è giovane, ha ampie possibilità di recupero».