In Italia sono diversi i viadotti classificati a 70, cioè dal pericolo elevato. I pm di Genova accusano: «Grave degrado, la concessionaria non ha il polso della sicurezza»
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Sono venti i ponti a rischio in Italia: nell’inchiesta della procura di Genova, racconta oggi Repubblica, ci sono 18 viadotti pericolosi sulle autostrade tra la Liguria e il Piemonte, tra cui il Pecetti e il Fado sulla A26, chiusi lunedì sera; uno, il Paolillo, sulla Napoli-Canosa di Puglia; l’altro, il Moro, a Pescara, sulla Bologna-Taranto. In tale ottica fa discutere soprattutto la valutazione trimestrale pubblicata da Aspi ad ottobre secondo la quale il Pecetti e il Fado non figurano neppure con un voto 50, di basso rischio. «Ma per i nostri consulenti tecnici — afferma invece il procuratore di Genova Cozzi — sono da classificare a 70, cioè con pericolo elevato». E anche in tal senso il pm Walter Cotugno (titolare dell’inchiesta sui falsi report) afferma che «Autostrade e Spea, delegata al monitoraggio, non hanno il controllo sulla sicurezza dei viadotti».
Tutti i venti ponti a rischio in Italia
La decodifica del difetto dei viadotti assomiglia molto alla scala Mercalli (quella dei terremoti, ndr) e va da 10 a 70. In termini di gerarchia di voti, 50 è una condizione in cui si deve pianificare l’intervento in tempi ragionevoli; 60 significa compromessa la capacità statica; 60/70 crollo incipiente; 70 crollo, effettivamente. Nel momento in cui sono state avviate le indagini, nessuno dei viadotti, stando ai dati Spea/Autostrade, aveva una valutazione di rischio superiore a 50. Ma un anno dopo gli inquirenti dubitano che quei dati fossero veritieri. Quando, un mese e mezzo fa, le valutazioni sono state aggiornate alla luce delle indicazioni dei nuovi ispettori, il risultato è stato stupefacente: alcune opere che per anni erano state classificate a rischio 50, all’improvviso sono salite a 60 o addirittura a 70.
Sotto la lente dei magistrati sono finiti il ponte Scrivia (A7 in prossimità di Busalla, Genova, da 50 a 70); viadotto Coppetta (A7 tra Bolzaneto e Busalla, Genova, da 50 a 70); viadotto Bormida carreggiata Nord (A26 tra Ovada e Alessandria Sud, Alessandria, adesso a 70); Ponticello ad Archi al km 16 (A10 tra Voltri e Arenzano, Genova, da 50 a 70); viadotto Vegnina (A26 tra Masone e Ovada, Genova/Alessandria, da 50 a 60); viadotto Biscione carreggiata Sud (A26 tra Masone e Ovada, Genova/Alessandria, da 50 a 60); sottovia Schiantapetto (A10 tra Albisola e Savona, da 50 a 60); ponte sulla Statale del Monferrato (A26 tra Alessandria Sud e Casale Monferrato, da 50 a 60). E, ancora: viadotto Rocce Nere (A26 Genova-Voltri, rimasto a 50), lo Stura 5 (A26 voto 50). Infine, ci sono il Gargassa (A26), il Busalla (A7), il Veilino, il Bisagno e il Sori (tutti in A12). Senza dimenticare i già citati Pecetti e Fado, e ancora il Paolillo e il Moro.
Conte: «Revoca concessioni ad Atlantia è in atto»
E anche il premier Giuseppe Conte mette nel mirino Autostrade. L'iter per la revoca della concessione ad Atlantia (controllante di Autostrade per l'Italia) – tecnicamente, la caducazione della convenzione – «è in atto» e «non si è mai interrotta». Così il presidente del Consiglio in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, intervenendo sul tema della revoca delle concessioni autostradali. «Da quando è stata contestata ad Aspi, in oggettivo inadempimento dovuto al crollo del Ponte Morandi, quella procedura è andata avanti», ha assicurato Conte.
«Stiamo acquisendo continuamente elementi presso il Mit, man mano che vengono fuori perizie ed elementi. E adesso possiamo anticipare che siamo pressoché in dirittura di arrivo», ha aggiunto, ribadendo che il procedimento amministrativo «è in corso, adesso si tratta di tirare le fila, e come sempre detto non faremo sconti. Il nostro obiettivo è tutelare non un interesse privato ma quello pubblico, di tutti i cittadini».