«Non accettiamo un No, il governo passa dalle autonomie». Il ministro degli Interni Matteo Salvini lancia un avvertimento chiaro nella tarda serata di ieri, al termine di una giornata segnata da un’altissima tensione sul dossier Autonomie e dal botta e risposta dai toni accesi tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i governatori di Veneto e Lombardia Luca Zaia e Attilio Fontana.

Salvini: «Se serve andremo avanti da soli»

«Sulle autonomie non accettiamo un no come sta accadendo», ha detto Salvini dal comizio di Adro. «Stiamo al governo solo per fare le cose importanti. Altrimenti - ha aggiunto - andremo da soli, ma non ci fermiamo: abbiamo aspettato anche troppo. Non accetterò più un minuto di stare al governo con chi dice no. Qualunque decisione che prenderò, la prenderò per i miei figli», ha rincarato il vicepremier, attaccando nuovamente il M5s per il voto al nuovo presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: «Chi sta con Macron e Merkel in Europa non può stare in Italia con la Lega».

Lo scontro tra Conte e i governatori di Veneto e Lombardia

«Basta con gli insulti, serve rispetto, ed è ingeneroso sostenere che il governo è poco attento alle richieste delle Regioni», ha dichiarato il premier in una lettera affidata alle pagine del Corriere della Sera, in cui Giuseppe Conte, dopo le tensioni del giorno precedente, ha lanciato un appello ai governatori di Veneto e Lombardia. Il presidente del Consiglio rivendica con forza il lavoro che il governo sta facendo sull'autonomia differenziata e spiega che essa non è una bandiera regionale da sventolare, ma una riforma che farà bene all'Italia intera, e si dice pronto ad incontrare i governatori anche prima di portare la bozza finale in Consiglio dei ministri.

«Nessuno vuole aggredire l'unità nazionale, nessuno vuole secessioni. Lei sa bene quanti e quali Ministri si sono impegnati in questa irresponsabile gara a spararla più grossa. Vogliamo una autonomia vera, non un pannicello caldo che produrrebbe ulteriori guai. Ci sentiamo tutti profondamente feriti quando leggiamo le Sue esternazioni, Presidente Conte, soprattutto dopo colloqui diretti durante i quali - ricorderà benissimo - abbiamo più volte sottolineato che non si chiedono più risorse, ma semplicemente la possibilità di spendere in autonomia quelle che ci sono già assegnate», sicuri che «l'autonomia chiesta da Lombardia e Veneto sia perfettamente in linea con la Costituzione»: così hanno scritto in una lettera aperta al premier Giuseppe Conte i presidenti di Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia.

Qualche ora dopo, fonti di Palazzo Chigi hanno fatto sapere che Conte «ne ha preso atto e, soprattutto, ha registrato un cambio di toni che prelude a una corretta interlocuzione istituzionale».