«Ci sono le condizioni per portare a votare 25 milioni di persone ai referendum, se ci riusciremo metteremo in atto una svolta democratica perché questi non hanno la maggioranza del Paese». Lo ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini al convegno delle Acli su "Un referendum per l'Italia. Quale idea di Paese?" organizzato dopo la consegna in Cassazione di oltre 1 milione di firme per chiedere l'abrogazione del ddl Calderoli sull'Autonomia differenziata.

In particolare, si è discusso dei rischi dell’Autonomia differenziata e delle sue conseguenze sulla stabilità del Paese. L’evento ha riunito esponenti del mondo sindacale, politico e associativo.

«I tre partiti che hanno la maggioranza in Parlamento - ha detto Landini nel corso del suo intervento - sono stati votati da 12,5 milioni di persone. Ma alle Politiche 15 milioni di persone hanno votato per i partiti all'opposizione e quasi 18 milioni di persone non hanno votato. Io credo ci siano le condizioni per portare 25 milioni di persone a votare per il referendum».

Landini ha sottolineato che «oggi è in atto un attacco alla democrazia e alla Costituzione, cosa deve accadere d'altro dopo l'attacco diretto alla magistratura? Oggi in ballo c'e' la libertà di esistere in una società democratica. Chi ha vinto le elezioni pensa di aver diritto di comandare senza alcun confronto. - ha proseguito Landini - Con questo dobbiamo fare i conti. Non solo con la riforma del premierato e con l'attacco alla magistratura ma hanno fatto tutta una serie di leggi che mette in discussione la democrazia del nostro Paese. Il Ddl dell'Autonomia è un altro tassello del disegno politico e sociale che mette in discussione la democrazia, un disegno politico che invece di intervenire sui guasti fatti dall'eccesso di liberalizzazione, tiene insieme il massimo del liberismo economico con il massimo dell'autoritarismo» ha aggiunto.

Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli, ha chiuso l’incontro ribadendo l’impegno dell’Associazione a favore della coesione nazionale: «La nostra democrazia è fragile quando non riesce a sostenere i territori e le persone più deboli. L’autonomia differenziata rischia di dividere ulteriormente il Paese, creando un’Italia in cui i più forti prevalgono sui più deboli. Il nostro compito è quello di costruire una democrazia dal basso, usando tutti gli strumenti possibili come il referendum e come le nostre due proposte di legge popolare su trasparenza dei partiti e assemblee partecipative perché la partecipazione sia sempre di più il vero antidoto al populismo. Portare 25 milioni di persone a votare al referendum non è solo una sfida politica, ma una sfida per la democrazia. Dobbiamo far capire che questa legge riguarda tutti e che la democrazia è una cosa seria, non un gioco da cambiare secondo le convenienze di chi governa».