«Non dovrei essere qui, dovrei essere morto». L'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump lo ha detto in un'intervista al New York Post a bordo del suo aereo che lo ha condotto a Milwaukee per la Convention nazionale repubblicana. «Un'esperienza molto surreale», ha aggiunto il tycoon, orecchio bendato dopo la ferita riportata nell'attentato e che oggi dovrebbe essere confermato come candidato presidenziale del partito. 

Trump ha ribadito al Post che sarebbe morto se non avesse inclinato leggermente la testa a destra per leggere un grafico sugli immigrati clandestini mentre si rivolgeva alla platea. «Per fortuna o per Dio, molte persone dicono che è per Dio che sono ancora qui», ha detto. Poi ha elogiato gli agenti dei servizi segreti per aver ucciso l'assassino. «Lo hanno fatto fuori con un colpo dritto in mezzo agli occhi», ha detto. «Hanno fatto un lavoro fantastico», ha aggiunto. Poi l'ex presidente ha ironizzato sulla foto ormai iconica di lui con il pugno in aria mentre gli agenti dei servizi segreti lo portano via da comizio. «Molte persone dicono che è la foto più iconica che abbiano mai visto», ha detto. «Hanno ragione e non sono morto. Di solito devi morire per avere una foto iconica».

Leggi anche

Attentato a Trump, movente ancora ignoto

Intanto l'Fbi ha pubblicato un aggiornamento sulle sue indagini sul tentato omicidio di Trump, ma ha confermato di non essere ancora riuscita a identificare il movente per cui Thomas Matthew Crooks abbia tentato di assassinare l'ex presidente. L'agenzia ha comunque precisato che sta «lavorando per determinare la sequenza degli eventi e i movimenti dell'assassino prima della sparatoria» e sta esaminando tutte le prove raccolte. «Mentre l'indagine fino ad oggi indica che l'assassino ha agito da solo, l'Fbi continua a condurre un'attività investigativa logica per determinare se ci fossero cospiratori associati a questo attacco», si legge nella dichiarazione. Crooks non aveva reati pregressi conosciuti e l'arma utilizzata per cercare di assassinare Trump era stata acquistata legalmente. «Al momento non ci sono preoccupazioni per la sicurezza pubblica», ha affermato l'Fbi.

Leggi anche

Attentato a Trump, tre le armi utilizzate

In particolare, sarebbero tre le armi utilizzate per sparare contro l'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump durante il comizio a Butler in Pennsylvania. Il dato emerge dalle analisi forensi, come riporta la Cnn. I primi tre colpi sparati erano compatibili con la presunta arma A, i successivi cinque erano compatibili con la presunta arma B e l'ultimo "impulso acustico" era stato emesso da una possibile arma C, secondo l'analisi di Catalin Grigoras, direttore del National Center for Media Forensics presso l'Università del Colorado a Denver, e di Cole Whitecotton, Senior Professional Research Associate presso la stessa istituzione. Secondo l'esperto forense Robert Maher, le analisi dell'audio hanno confermato che l'uomo armato si trovava a una distanza compresa tra 120-150 metri dal podio quando sono risuonati gli spari.

Leggi anche

Attentato a Trump, bufera sui Servizi segreti

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden dovrebbe rimuovere dall'incarico Kimberly Cheatle, attuale capo del Secret service, l'agenzia che si occupa della protezione dei presidenti degli Stati e delle loro famiglie. Lo chiede l'analista della Cnn per la sicurezza nazionale Juliette Kayyem dopo l'attentato a Donald Trump. «Avevano essenzialmente un solo lavoro e hanno fallito», ha detto Kayyem. «Se questa agenzia vuole andare avanti, le persone devono pagare le conseguenze» dei loro fallimenti, ha aggiunto. Prima di prendere il posto che era di James Murray, Cheatle è stata direttore senior presso la PepsiCo North America e si occupava di strutture, personale e continuità aziendale. Kayyem, che ha ricoperto il ruolo di vice segretario per gli affari intergovernativi presso il Dipartimento per la sicurezza interna durante l'Amministrazione Obama, ha affermato che restano molte domande senza risposta sulla preparazione e la risposta del Secret Service all'attentato a Trump. Tra queste, perché il tetto su cui si trovava l'uomo armato non era sicuro? E perché gli agenti non hanno portato via in modo rapido l'ex presidente, come dimostrano le immagini di Trump che si rivolge alla folla alzando il pugno o ancora prima che cerca le sue scarpe?

Leggi anche

Il tetto dal quale Thomas Matthew Crooks ha sparato all'ex presidente Donald Trump, peraltro, era stato valutato dal Secret Service come «potenzialmente vulnerabile» nei giorni precedenti il comizio del candidato repubblicano. Lo rende noto la Nbc citando in esclusiva due sue fonti. L'edificio, di proprietà di una società di ricerca sul vetro, si trova vicino al Butler Farm Show, un luogo all'aperto a Butler, in Pennsylvania. I servizi segreti erano a conoscenza dei rischi ad esso associati, hanno detto le fonti. «Qualcuno avrebbe dovuto essere sul tetto o mettere in sicurezza l'edificio in modo che nessuno potesse salirci», ha detto una delle fonti, un ex agente dei Secret Service che era a conoscenza della pianificazione. Nonostante queste preoccupazioni, capire come l'uomo armato sia salito sul tetto è una questione centrale per gli investigatori che stanno indagando su come un aggressore solitario sia riuscito a sparare a Trump durante l'evento della campagna elettorale.