Sono molteplici le reazioni politiche in seguito all'arresto di Giovanni Toti. Il presidente della Regione Liguria questa mattina è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione: sotto la lente degli investigatori, tra le altre cose, le elezioni regionali 2020. A sostituirlo pro tempore sarà il vicepresidente della Giunta regionale Liguria Alessandro Piana. Lo comunica lo stesso ente in una nota ribadendo che «l'attività amministrativa della Regione Liguria prosegue senza soluzione di continuità». «Siamo vicini al nostro presidente Toti, certi che abbia sempre agito nell'esclusivo interesse della Liguria - dichiara Piana -. Auspichiamo che venga fatta chiarezza al più presto e che il presidente possa così dimostrare la sua più totale estraneità ai fatti contestati».

Occhiuto: «Spero dimostri sua estraneità»

«Spero che Toti possa dimostrare la sua estraneità ai fatti che gli vengono contestati». Così il presidente della Regione Calabria e vicesegretario nazionale di Forza Italia, Roberto Occhiuto, rispondendo ai giornalisti a Reggio Calabria, a margine di un'iniziativa, sull'arresto del collega ligure. «Sono sempre stato garantista - ha aggiunto Occhiuto - sia con i miei amici, come Giovanni Toti, sia con quelli che hanno sensibilità diverse dalla mia».

Salvini: «Innocente fino a prova contraria»

Sulla vicenda si è espresso anche il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini. «Non mi basta l'iniziativa di un giudice per sentenziare che qualcuno a Bari o a Genova è una persona per male. Quindi, conto che si faccia chiarezza il prima possibile. Per me - ha sottolineato il leader della Lega - ogni cittadino italiano è innocente fino a prova contraria a Bari, a Torino, a Genova e ovunque. E, quindi, non commento. Mi spiace, però io stesso sono a processo e rischio la galera perché ho bloccato gli sbarchi. Si è innocenti - ha ribadito Salvini - fino a prova contraria. E questo vale per tutti, per i politici, i giornalisti, gli infermieri». 

«Non conosco gli atti e da garantista penso sempre alla presunzione di innocenza», ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio. «Mi è sembrato di capire che si tratta però di fatti che risalgono ad alcuni anni fa e che l'inchiesta non è nata oggi ma tempo addietro. Ho esercitato 40 anni da pubblico ministero e raramente ho chiesto provvedimenti di tutela cautelare dopo anni di indagini. Le mie perplessità non sono mai sul momento in cui scatta il provvedimento cautelare rispetto all'imminenza delle elezioni ma se ho delle perplessità tecniche riguardano una misura rispetto al tempo in cui è stato commesso il reato ed è iniziata l'indagine».

Il «pericolo di fuga, di inquinamento delle prove e la reiterazione del reato» ha spiegato, che «sono i motivi per cui si può arrestare» è «difficile possano ancora sussistere» a distanza di «tanti anni dall'evento che si è verificato e dalle indagini. Detto questo, non conoscendo gli atti, ripeto la mia fiducia nella magistratura e nella presunzione di innocenza».

Tajani «ottimista e fiducioso per Toti»

«Sono garantista, per me una persona è colpevole soltanto quando è condannata in terzo grado di giudizio. Lo sono per le persone di area del centrodestra che possono essere coinvolte come per quelle di area del centrosinistra. Sono convinto che Toti farà di tutto per dimostrare la propria innocenza, l'estraneità alle accuse che lo riguardano. Voglio essere ottimista e fiducioso per lui». Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, rispondendo a una domanda sull'arresto del governatore Toti, a margine della presentazione di un annullo filatelico per la caduta del muro di Gorizia.

Fedriga: «Cautela su Toti, ogni inchiesta non sia clava»

«Direi a tutti di usare la massima cautela» su quanto emerso finora dall'inchiesta che ha coinvolto il presidente della Liguria, Giovanni Toti, «perché stiamo parlando di un'inchiesta e non di una condanna». Lo ha detto il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga. «Utilizzare come una clave ogni inchiesta che si apre è estremamente pericoloso perché è una riduzione della democrazia del nostro Paese», ha aggiunto. «È giusto che le inchieste ci siano se si ravvisano delle ipotesi di reato, ma sono ipotesi che devono essere confermate da una sentenza».

Lupi: «Noi garantisti, ognuno sceglie se dimettersi»

«Dire che siamo garantisti non è farlo formalmente. Lo siamo sempre stati e non a corrente alternata. In questi mandati è stato un buon governatore, ha governato bene. Ho assistito anche ad arresti che poi si sono trasformati in un nulla di fatto». Lo ha detto il leader di Noi moderati Maurizio Lupi a margine di un evento a Roma parlando di Toti. Dimissioni? «Appartiene alla responsabilità e alla sensibilità di ognuno. Non esiste una giustizia a orologeria, l'indagine è in corso da tempo. Sono stupito, per come conosco Toti sono sicuro che non ha commesso ciò di cui è accusato».

Orlando, difficile che l'esperienza del governo possa proseguire

«Emerge un quadro desolante ma per la verità non sorprendente. L'eccessiva promiscuità tra funzioni istituzionali e circoli economici era un dato emerso e anche da noi denunciato. Ora bisogna evitare che questo cortocircuito molto grave pregiudichi gli interessi della regione e i grandi investimenti che la riguardano. Al di là dei profili penali, è necessario avviare un forte processo di rigenerazione nell'interesse della regione e dei liguri. Se servono elezioni anticipate? Se le carte, che non abbiamo avuto ancora la possibilità di leggere, confermassero i titoli dei giornali, a prescindere dalle responsabilità strettamente penali, il vulnus politico sarebbe grande. Mi pare difficile che possa proseguire un esperienza di governo così fortemente colpita». Lo ha detto in Transatlantico l'ex ministro della Giustizia e parlamentare ligure del Pd Andrea Orlando.

Bonelli (Avs): «Subito elezioni»

«Dopo l'inchiesta giudiziaria che ha coinvolto il presidente della Regione Liguria, Toti, è necessario che si vada rapidamente a nuove elezioni. Solo nuove elezioni possono portare chiarezza politica in una regione che ormai è un concentrato di interessi, ovvero aziende, società e persone che hanno finanziato la campagna elettorale del presidente Toti, e che poi sono le stesse società che hanno ottenuto autorizzazioni o delibere dalla stessa Regione». Così in una nota il deputato di Avs e portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli.

«Voglio sottolineare con forza che la Regione Liguria è quella che ha ridotto i parchi di 540 ettari, che ha lavorato per trasformare le spiagge libere in spiagge private, e che ha sostenuto fortemente la realizzazione della Diga Foranea al costo di un miliardo di euro, quando sarebbe stata possibile una soluzione meno impattante e a minor costo. Nonostante ciò, il presidente Toti è andato avanti, ignorando i rilievi dell'Anac, che evidenziavano come quell'opera non potesse essere realizzata in quella modalità. Lo stesso vale per il rigassificatore di Vado, dove Toti è commissario con poteri che superano quelli di un normale presidente di Regione. Per questi motivi, chiediamo che venga prestata grande attenzione e che venga fatta un'accurata valutazione su questi progetti e sul loro impatto valutando la sospensione del loro iter autorizzativo. Infine, ricordo che il governo Meloni sta avviando una riforma che depenalizza alcuni reati contro la pubblica amministrazione, riduce l'uso delle intercettazioni e, addirittura, il ministro Nordio ha definito il trojan informatico un atto di inciviltà. Questo approccio del governo Meloni rappresenta un regalo per le mafie e i corrotti», conclude.