Vladimir Putin torna a minacciare la Nato e in particolare l'Europa. L'“avvertimento” del presidente russo arriva mentre in ambito Nato e Ue si discute la rimozione del divieto che attualmente impedisce all'Ucraina di colpire il territorio della Russia con armi fornite da partner occidentali.

I Paesi della Nato, soprattutto quelli europei, «devono essere consapevoli di ciò con cui stanno giocando. Queste sono cose serie e le stiamo monitorando con la massima attenzione», ha detto il presidente russo. Secondo Putin, prima di parlare di attacchi in profondità in territorio russo, «i governi dei Paesi della Nato dovrebbero ricordare che i membri dell'Alleanza, di regola, sono piccoli Stati con una densità di popolazione molto alta».

Putin si è soffermato anche sul tema dell'eventuale arrivo di soldati occidentali in Ucraina: rappresenterebbe un'escalation e «un altro passo» verso il conflitto in Europa, dice. «Non penso che questa sia una decisione giusta. È un'escalation e un altro passo verso un grave conflitto in Europa e globale», ha affermato.

Macron: «Consentire a Kiev di colpire in Russia»

Sull’utilizzo di armi Nato da parte dell’Ucraina si sono espressi Macron e Borrel. All'Ucraina dovrebbe essere consentito di «neutralizzare» i centri militari russi da dove vengono lanciati i missili contro il territorio di Kiev, ha dichiarato il presidente francese nel corso di un punto stampa congiunto con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, prendendo una posizione netta sul dibattito innescato dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg: i paesi che sostengono Kiev, ha detto e ripetuto, devono valutare se dare l'ok per permettere all'Ucraina di usare le armi fornite dai partner occidentali per colpire obiettivi militari in Russia.

«Pensiamo che dovremmo permettere loro di neutralizzare i siti militari da dove vengono lanciati i missili, da dove l'Ucraina viene attaccata», ha detto Emmanuel Macron, sottolineando però che «non dovremmo permettere loro di toccare altri obiettivi in Russia, e ovviamente le strutture civili».

Borrell: «Legittimo, ma decidono singoli Stati»

È «chiaro» che per l'Ucraina colpire «obiettivi militari» in territorio russo per difendersi dagli attacchi è «legittimo dal punto di vista del diritto internazionale», ma è «altrettanto chiaro» che la decisione di rimuovere le restrizioni all'uso delle armi fornite a Kiev «spetta ad ogni singolo Stato membro. Nessuno può costringerli» a farlo. Queste intanto le parole sul tema dell'Alto Rappresentante dell'Ue Josep Borrell, in conferenza stampa al termine del Consiglio Difesa a Bruxelles.

Alcuni, che prima erano perplessi, continua Borrell, «hanno cambiato idea e oggi hanno accettato di rimuovere quelle limitazioni, mentre altri continuano ad essere riluttanti a prendere quella decisione. Capisco le perplessità» di chi teme a consentire all'Ucraina di usare le armi fornite dagli europei per colpire obiettivi in territorio russo, «ma nella vita bisogna fare delle scelte. So che alcuni Paesi sono fortemente contrari, altri sono assolutamente a favore».

«Non posso dire - prosegue l'Alto Rappresentante - quale sia la maggioranza, ma nessuno può impedire ad un Paese Ue di fornire all'Ucraina un'arma che poi può essere usata in territorio russo. Non possiamo impedirglielo, così come non possiamo obbligarlo a fare così». Ad oggi «un Paese e mezzo o due» si è espresso chiaramente a favore di una rimozione delle restrizioni all'uso delle armi fornite a Kiev, conclude Borrell.

Armi dalla Polonia e aiuti dalla Svezia

Intanto il governo polacco ha riferito di non limitare l'uso delle armi fornite all'Ucraina, che possono essere utilizzate per attaccare strutture sul territorio russo: lo ha dichiarato il vice ministro della Difesa Cezary Tomczyk alla trasmissione Radio Zet, come riporta Tass. «Non ci sono restrizioni sulle armi polacche fornite all'Ucraina», ha detto.

E la Svezia ha annunciato aiuti militari per 1,16 miliardi di euro all'Ucraina: lo ha reso noto il governo.