Il padre non ha mai smesso di cercarlo. Lo hanno trovato in un campo di profughi sotto il controllo dei curdi. Il piccolo riconosciuto da una malformazione all’orecchio
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E' giunto all'aeroporto di Fiumicino l'aereo che ha riportato in Italia il piccolo Alvin Berisha, il bambino sequestrato e portato via dall’Italia nel 2014 dalla madre Valbona Berisha, radicalizzata via web in Italia e divenuta foreign fighter, associandosi all’organizzazione terroristica dello Stato islamico. Il bimbo, nato e cresciuto a Lecco, in Lombardia ha così potuto riabbracciare il padre e le sorelle.
La vicenda
Il bambino è stato ritrovato nel campo profughi di Al Hol sotto il controllo dei curdi, che ospita oltre 70.000 persone, in prevalenza compagne e figli di combattenti jihadisti in prigione. La madre sarebbe morta in un bombardamento mentre il padre non avrebbe mai smesso di cercarlo. Attraverso una foto, infatti, Afrim Berisha ha riconosciuto suo figlio: per cinque anni l'uomo, che ha altre due figlie, non si è mai arreso: «Io riconosco un difetto dell'orecchio sinistro che è il medesimo che aveva mio figlio», aveva affermato.
Per verificare con certezza l’identità del minore, lo Scip ha interessato la Polizia Scientifica italiana che ha proceduto ad un esame di comparazione fisionomica dando un giudizio di totale compatibilità, anche per una malformazione specifica dell’orecchio destro di Alvin riferita dal padre e rintracciata nel bambino presente nel campo profughi in Siria.