Anche i più moralisti dovranno farsene una ragione. Superato il traguardo dei trent’anni di carriera, come regista, ma anche e soprattutto come attore, Rocco Siffredi rappresenta un simbolo tra i più conosciuti del made in Italy all’estero. Al pari di pizza e mandolino. Ebbene, il 54enne originario di Chieti, re degli Avn Awards, equivalente degli Oscar per il cinema hard, è stato premiato a Las Vegas in occasione dell'esposizione internazionale che ogni anno raccoglie in Nevada l'intero comparto produttivo mondiale. 

 

23 statuette vinte e centinaia di pellicole all'attivo rendono Rocco Siffredi un’eccellenza italiana. Indipendentemente dall’idea che si abbia sulla visione o sulla fruizione del genere. Conosciuto, soprattutto degli Usa, anche da chi non ha mai visto i suoi film, non come attore di serie B, ma come interprete del cinema italiano. La ghettizzazione del porno, a bene vedere, soprattutto dal punto di vista economico, non esiste negli Stati Uniti, dove le major cinematografiche che producono i film hard hanno un fatturato molto più alto di quello di Hollywood. Nella vecchia Europa, anche e soprattutto per la secolare presenza del papato, i pregiudizi resistono, e con essi la l’impossibilità di sfruttare a pieno un settore che in paesi come l’Olanda ha retto l’economia del paese nei momenti di difficoltà.

 

Ma veniamo a noi. Analizzando i dati non si trova un segno meno neanche a pagarlo, poiché l’industria del sesso non conosce crisi. Nel nostro paese il settore, dopo una leggera flessione nel 2017, si conferma tra i più redditizi, con un fatturato che supera di un milione e mezzo di euro l’anno. E allora, pochi indugi, anche perché, al contrario di mercati come quelli della droga e del gioco d’azzardo, qui è tutto legale. Gli attori vengono sottoposti a continui controlli per evitare di contrarre malattie veneree, dalle più innocue a quelle potenzialmente letali, come l’HIV. Inoltre il comparto include registi, lavoratori, specializzati, truccatrici, insomma, tutto quello che si troverebbe in una comune filiera cinematografica, con costi bassissimi rispetto al margine di guadagno. Questo non vuol essere certo un invito ad investire soldi o il proprio corpo nell’industria dei film per adulti, ma solo a restituire al settore la dignità di produttore di ricchezza e le potenzialità che di fatto possiede, senza criminalizzale chi ne fa una scelta di vita e di carriera. In fondo il fisco non si fa pregiudizi, e pretende la corresponsione delle imposte senza valutare il valore morale del pagatore.

 

 

Ma torniamo a Rocco Siffredi, che da attore, regista e produttore nella sua carriera ha vinto oltre una decina di statuette in Usa come miglior interprete maschile, di cui la prima all'età di 29 anni nel 1993. L’attore abruzzese,  abbondantemente profeta in patria, riuscì a sfuggire alla parentesi terribile della storia del porno e non solo, quella a cavallo tra metà anni ’70 e inizio anni ’90, che vide ammalarsi e morire decine di attori e musicisti contagiati dall’Hiv. Uno per tuti il “Re del porno” John Holmes, morto a soli 48anni proprio di Aids. I due attori una volta si incrociarono su un set. Rocco ricorda lo sfortunato collega come un uomo estremamente taciturno. All’epoca probabilmente era già stato contagiato. Solo per un caso non recitarono mai insieme.

 

 

Rocco Siffredi per sua fortuna ha fatto un altro percorso e oggi l’unica cosa contro cui deve combattere, come tutti, è l’avanzare dell’età. Compiuti i 54 anni, diventato a sua volta regista di film per adulti, invita i colleghi giovani, ma anche meno giovani, a non farsi prendere dalla bramosia del denaro. Perché con il porno, è vero, si crea fatturato e se si è corretti se ne crea, ma non rischiando la salute ricorrendo, come avviene nello sport a sostanze dopanti, dosi eccessive di viagra e farmaci simili, magari recuperati sottobanco, con conseguenze devastanti sull’organismo, che possono portare addirittura alla morte per arresto cardiaco.

 

 

Ma prima di chiudere va ricordata una circostanza degna di nota. Nel cuore della vecchia Europa, proprio in Italia, negli anni '80 c'è stata una piccola rivoluzione sessuale e culturale. Cicciolina, al secolo Ilona Staller, pornodiva sulla cresta dell'onda in quegli anni, entrò in parlamento nel 1987 con i Redicali e vi rimase fino al 1992, maturando 3mila euro di vitalizio. Con buona pace di bacchettoni e benpensanti.