Nella notte l’approdo a Lampedusa. Mentre tra Difesa e Interni è botta e risposta: «Il Viminale ha respinto il supporto». Salvini «Posso indicare un porto sicuro, ma non dipendono da me la forze armate»
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Prima notte nell'hotspot di Lampedusa per i migranti sbarcati ieri da nave Alex di Mediterranea. Hanno toccato terra intorno all'1.30 dopo la notifica del sequestro probatorio d'iniziativa della Guardia di finanza del veliero, al comandante Tommaso Stella, unico indagato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Le condizioni dei migranti sono discrete. Alcuni, particolarmente provati, ieri sono stati assistiti da personale sanitario giunto con delle ambulanze. Alcune ore prime la Alan Kurdi di Sea Eye aveva deciso di allontanarsi comunicando di fare rotta su Malta.
E intanto sulla questione si apre un nuovo scontro all’interno della maggioranza, con un botta e risposta tra il ministero della Difesa e quello dell'Interno.
«Da giorni abbiamo offerto supporto al Viminale sulla situazione di queste ore e il Viminale lo ha respinto, in più di una occasione» affermano fonti della Difesa con riferimento alle dichiarazioni del vicepremier Matteo Salvini. «In riferimento alla replica del Viminale, si precisa che il supporto offerto riguardava il trasporto dei migranti a Malta. Se il Viminale avesse accettato, i migranti sarebbero già a Malta. È un mistero anche per noi il rifiuto espresso dal Viminale». Così fonti della Difesa. «Basta attacchi ai militari. Esigiamo rispetto». Così fonti della Difesa. «Forse al Viminale non sanno come funzionano le cose, non sanno che gli Stati maggiori si relazionano con tutte le articolazioni dello Stato, incluso il Viminale stesso... Quanto riportato in queste ore ci sorprende, siamo alla mitologia. Lo ripetiamo: esigiamo rispetto per i nostri militari», aggiungono.
«In riferimento alle fonti della Difesa che sostengono di aver offerto supporto al Viminale, ottenendo risposta negativa, si segnala che il supporto è necessario per bloccare le navi che vogliono portare i clandestini in Italia e non per aiutarle nel trasporti». È quanto affermano fonti del Viminale.
«Discuteremo della presenza di navi militari italiane nel Mediterraneo: domando ai vertici delle forze armate se la difesa dei confini italiani è un dovere o è un di più» aveva detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini in una diretta Fb. «Ogni tanto mi sento un po' solo» ha aggiunto il vice premier che ha chiesto l'intervento del ministro della Difesa e del ministero dell'Economia che hanno la responsabilità della Marina e della Guardia di Finanza: «Vorrei che fossero al mio fianco. Posso indicare un porto sicuro, ma non dipendono da me la forze armate», a meno che «servono da scorta alle navi fuorilegge... . Io non mollo e vado fino... Se qualcuno pensa di farmi mollare ha sbagliato: hanno trovato un testone al ministero dell'Interno», ha aggiunto.