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epa05024070 Police officers gather outside the Bataclan concert venue in Paris, France, 13 November 2015. At least 149 people have been killed in a series of attacks in Paris on 13 November, according to French officials. EPA/CHRISTOPHE PETIT TESSON
La Francia, l'Italia, l'Europa intera non saranno più le stesse dopo la scorse notte. Dopo la strage di Charlie Hebdo, ancora una volta la Francia è sotto attacco. Ma questa volta nella capitale francese si vivono scenari di guerra, con attentati multipli, almeno quattro in diverse zone della città, decine di morti, e decine di ostaggi, una situazione fuori controllo che ricorda il panico che investì l'America nelle ore successive all'attentato alle Torri Gemelle.
Numerosi gli attacchi simultanei, probabibilmente sei sparatorie tre esplosioni, e allo Stade de France dove si gioca Francia-Germania, in un locale dove si esibisce un gruppo rock della California, in un ristorante e in una via del centro e alle Halles. Colpiti i simboli delle libertà e della cultura occidentali.
Puntuale è arrivata la rivendicazione islamica: “La Francia manda i suoi aerei in Siria, bombarda uccidendo i bambini, oggi beve dalla stessa coppa”, è quanto afferma Dabiq France, la rivista francese dello Stato islamico intestandosi la paternità dell’ondata di barbarie che ha lasciato sul terreno almeno 150 morti.
Si moltiplicano i messaggi sul web e sui social, con l'hashtag in arabo “Parigi in fiamme". “Ricordate il 14 novembre di #Parigi. Non dimenticheranno mai questo giorno, così come gli americani l’11 settembre“, scrive la direttrice Rita Katz del Site citando canali dell’Isis. E ancora: "Ora tocca a Roma, Londra e Washington".