Pietro Raso, sindaco di Gizzeria, da qualche giorno è un consigliere regionale della Lega nella circoscrizione centro della Calabria. Raso è stato sponsorizzato da Domenico Furgiuele, il deputato lametino, segretario regionale della Lega in Calabria, almeno fino all’arrivo del commissario inviato dal Nord da Salvini, Cristian Invernizzi.

Furgiuele, infatti, dopo essere stato al centro di diverse inchieste giornalistiche per i suoi rapporti con il suocero, Salvatore Mazzei, il quale sta scontando una pena per reati di mafia, sostanzialmente è stato messo sotto tutela dai vertici della Lega.

Il rapporto tra il parlamentare lametino e il commissario regionale Invernizzi si è rivelato da subito molto difficile. Rapporto che ha avuto il massimo della tensione proprio durante la campagna elettorale per le regionali. E, infatti, mentre il commissario della Lega faceva fronte insieme a Sergio Abramo a sostegno di Filippo Mancuso, Furgiuele, invece, in contrapposizione, sosteneva Pietro Raso, sindaco di Gizzeria. Confermando, in sostanza, la propensione del deputato sambiasino del partito di Alberto da Giussano a coltivare alleanze con personaggi discutibili.

Il neo consigliere regionale Raso, infatti, ha un profilo politico e amministrativo a dir poco ambiguo.

Si potrebbe tranquillamente dire che a Gizzeria scrivi Pietro Raso ma leggi Francesco Argento, meglio conosciuto come “Compare Ciccio”, “don Ciccio” o più affettuosamente “zio Ciccio”. E la famiglia Argento a Gizzeria è un nome che conta. 

Il sindaco Raso, neo consigliere regionale della Lega, senza il sostegno del vero dominus del centro lametino, Francesco Argento, detto Ciccio, non sarebbe né sindaco e né, tantomeno, consigliere regionale e, soprattutto, senza don Ciccio Argento, Domenico Furgiuele non avrebbe potuto dimostrare a Salvini e Invernizzi che lui è uno che conta. E tuttavia, per la gloria come per il potere nulla è gratuito. E per per arrivare a questo obiettivo, il pluri-chiacchierato parlamentare lametino della Lega ha dovuto stringere un patto a dir poco scomodo con Don Ciccio, l’eterno vice sindaco di Gizzeria. Nel paese di origine greco-albanese della costa tirrenica lametina i sindaci passano mentre don Ciccio Argento resta.

Chi è Ciccio Argento

Ma chi è Ciccio Argento, grande elettore di del neo consigliere regionale della Lega Pietro Raso e alleato di Domenico Furgiuele a queste regionali del 2020? La biografia del vice sindaco di Gizzeria è di tutto rispetto.

Secondo la relazione semestrale dell’antimafia, infatti, il locale di ‘ndrangheta del centro lametino è guidata dalla famiglia Argento.

E nella famiglia Argento tra zii, nipoti e congiunti di don Ciccio si può riempire un intero schedario di Pubblica Sicurezza.

Lo stesso Francesco Argento è stato più volte arrestato, ha subito processi e sequestri di beni per reati che vanno dalla frode fiscale all’estorsione ai danni di un dipendente. Accuse successivamente ridimensionate dall’autorità giudiziaria.

Quando Don Ciccio si è dimesso, oppure è stato sospeso dal prefetto a causa delle sue disavventure giudiziarie, il fido e buon Pietro Raso gli ha sempre conservato il posto e appena la bufera si è placava è stato sempre reintegrato nelle sue funzioni.

Nonostante ciò, e con tutte queste problematiche, nonostante le relazioni semestrali della Dia che collocano la famiglia Argento reggere un locale di ‘ndrangheta, gli equilibri politici e amministrativi del comune di Gizzeria sono stati sempre salvaguardati.

Mentre Lamezia Terme veniva sciolta negli stessi anni per ben tre volte per infiltrazioni mafiose, al municipio di Gizzeria, per la prefettura di Catanzaro, “tutto andava bene Madama la Marchesa” e non ha mai ritenuto di inviare un briciolo di commissione d’accesso. Per molto meno nella stesso territorio della provincia di Catanzaro le interdittive antimafia si sono sprecate.

Segno di semplice disattenzione da parte degli organi di controllo prefettizi? Oppure, a don Ciccio Argento, i buoni uffici all’interno del palazzo di Governonon sono mai mancati?

Gizzeria avamposto della Lega

Per anni, Gizzeria, è stata a fianco dell’onorevole Pino Galati. Oggi, il piccolo centro di origine greco albanese, invece, è diventato l’avamposto amministrativo della Lega in Calabria, al punto che, lo stesso Matteo Salvini, ha citato Gizzeria in una puntata di Porta a Porta.

Tuttavia, la Calabria, sul piano politico,  è sempre stato un ambiente scivoloso, soprattutto per politici che in testa hanno sempre avuto la Padania. La famiglia Argento è alla testa di un gruppo societario che si occupa di Trasporti.

L’8 maggio del 2013, Francesco Argento, vice sindaco di Pietro Raso, assurge agli onori della cronaca quando venne arrestato nel corso dell’operazione denominata “Tricky Truck”. L’operazione, condotta dalla Guardia di Finanza, aveva riguardato diverse imprese e aziende riconducibili agli Argento con reati che andavano dalla truffa alla bancarotta fraudolenta, alle false fatturazioni. Nel corso dell’operazione vennero sequestrati numerosi beni mobili e immobili. A maggio del 2017, Francesco Argento finisce ai domiciliari insieme al fratello, Michele Argento. Secondo i carabinieri della compagnia di Lamezia Terme i due imprenditori, avrebbero chiesto ad un proprio dipendente di firmare le dimissioni dall’incarico per non procedere al pagamento di alcune spettanze. Dopo l’arresto, il prefetto di Catanzaro, Luisa Latella, dispose la sospensione di Argento dalla carica di consigliere comunale e vicesindaco.

A primavera a Gizzeria si voterà per il rinnovo del consiglio comunale e per le elezione del nuovo sindaco. Sono in molti a scommettere che don Ciccio Argento, ormai si sia seccato di fare il vice sindaco a vita e, dunque, sarebbe pronto a correre per lo scranno di primo cittadino, magari con la copertura del deputato leghista e con il sostegno del neo consigliere regionale Pietro Raso.