Storie di donne e di diritti violati. Il racconto questa sera nella Mezz’ora da LaCapitale Speciale
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Siamo a Rione Monti e più precisamente nella galleria Incinque Open Art Monti. Ad accoglierci la sorridente Monica Cecchini, curatrice della mostra, che ci fa entrare e ci e ci espone in anteprima le installazioni. Lo spettacolo che abbiamo davanti ai nostri occhi è fortissimo. Quindici bambole che provengono da ogni parte del mondo.
Tutte le bambole sono all’interno di un’istallazione luminosa. Raccontano storie di violenza, di violenza di genere. Alcune ci sembrano iconiche, ci chiediamo se le abbiamo già viste da qualche parte. Di fianco ad ogni installazione un testo dalle parole amare: ogni bambola ha una sua identità e il testo di fianco contestualizza, sia a livello geografico che strutturale, la storia di ognuna. Non sono le parole solo ad essere amare, ma i numeri. Dati spaventosi sulla violenza di genere.
Una mostra politica, una presa di posizione che mette in risalto con un mezzo così giocoso una situazione spaventosa: la bambola ha il compito di raccontarci quello che le donne subiscono ogni giorno. La bambola della nostra infanzia che ci intenerisce ma che in realtà è già da se un oggetto violento. La bambola maestra, la bambola mamma, la bambola casalinga. Uno dei primi oggetti della nostra infanzia che incanala rigidamente le bambine in un ruolo bene preciso. «Prendere posizione è sempre importante, in ogni situazione».
Racconta ai nostri microfoni Monica Cecchini, la curatrice della mostra: «C'è bisogno dell'armonia e dell'equilibrio, sono le modalità che fanno la differenza. Quello che vogliamo è far conoscere alcune realtà e soprattutto le artiste che parlano di queste realtà con modalità diverse». All'ingresso della mostra è esposta la locandina: “Zitta e ridi!” un imperativo fortissimo ed è proprio la prima domanda che poniamo a Monica Pirone, artista e scrittrice, che ci accoglie con un dolce sorriso.
«Questa mostra è una tappa di una serie di progetti che nascono circa una decina di anni fa, come artista visuale e d'impegno e militanza sui diritti di genere. Con diverse forme – dalla perfamnce alla video art sino alla pubblicazione di un libro – è iniziato un percorso che porto avanti ed è tutt'ora in corso. Zitta e ridi perchè sono riuscita a modificare tutto di queste bambole: l'aspetto, i vestiti e le movenze ma l'unica cosa che non sono riuscita a modificare è proprio il sorriso. Secondo me è calzante con quello che stiamo raccontando: un diktat che la donna, anche nelle difficoltà, deve mantenere. Il sorriso».
Monica è sempre sorridente, un sorriso che porta tutto il peso del mondo, il peso di lotte e battaglie. Un sorriso che riesce a raccontare le nostre storie di ordinaria follia. Ci avviciniamo ad una delle tante bambole. È strana ma ci pare “normale” allo stesso tempo, ha una lunga gonna a fiori e una giacca nera. Sembra una donna comune che ha appena finito delle commissioni, ha in mano delle buste della spesa. Leggendo la didascalia c'è scritto: “Donna comune”. Ed è proprio lei la donna comune, raccontata anche nel libro di Monica Pirone “A casa tutto bene” edito da Bordeaux.
I dati della “donna comune” italiana ci fanno rabbrividire: Il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila). C'è poi un'altra bambola che ci colpisce particolarmente, una bambola messicana, sembra Frida Khalo e porta con se una croce rosa: «Questa bambola ha un doppio significato: è un'omaggio ad Elina Chauvet, artista militante e mia sorella d'oltreoceano, colei che ha creato la nota installazione di Zapatos Rojos – di cui Monica Pirone è la curatrice italiana nda – motivo per cui tutte le bambole hanno le scarpe rosse».
Ci racconta Monica e continua: «In Messico problema dei femminicidi è all'apice: se in Italia abbiamo una morte ogni giorno e mezzo, in Messico siamo intorno alle 11/12 donne al giorno fra sparizioni e ritrovamenti di corpi, in particolare nella Ciudad Juárez sono state ritrovate delle vere e proprie fosse comuni. Quando le madri messicane, non ritrovano i corpi delle proprie figlie, piantano una croce rosa nel deserto». Le bambole sono tante e ne abbiamo descritte solo alcune. Abbiamo cercato di porre uno sguardo critico su una situazione violenta che non è solo appannaggio di alcuni paesi. Ed è per questo motivo che, seppur dopo essere usciti dalla mostra il sorriso non lo avevamo più, non staremo zitti.
Dove vedere la puntata
La Capitale Speciale andrà onda questa sera nella Mezz’ora da LaCapitale alle ore 20 su LaC Tv, canale 11 del DTT, 411 TivùSat e 820 di Sky. La puntata sarà poi disponibile su LaC Play.it