Un vaccino pubblico italiano che potrebbe coprire tutte le varianti Covid: non è utopia, ma è lo studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Istituto superiore di sanità, guidati da Maurizio Federico, che fino ad oggi ha portato ottimi risultati nella sperimentazione sugli animali.

Il problema è che la sperimentazione è ferma e dopo un primo appoggio dell’ex ministro Roberto Speranza ad oggi il super vaccino è chiuso in un cassetto tra lo sgomento di chi ha guidato la ricerca. Maggiori dettagli su questa situazione paradossale li darà questa sera proprio Maurizio Federico, negli studi di Piazza Parlamento, intervistato dal direttore editoriale Alessandro Russo.

«Il nostro vaccino si basa su una proteina comune a tutte le varianti di SAR -CoV-2 e rileva una protezione duratura anche su cariche virali elevate - spiega Federico - è una proteina che al contrario della più nota Spike, coinvolta nello sviluppo degli attuali vaccini, non mostra quasi nessuna mutazione tra le varianti SARS-CoV-2 finora note. Il metodo con cui è usata in questo studio la proteina N genera, inoltre, una memoria immunitaria a livello polmonare che potrebbe essere garanzia di un effetto protettivo duraturo nel tempo».

Insomma, nonostante finanziamenti ridotti all’osso, l’Iss ha portato avanti una piattaforma vaccinale che potrebbe essere rivoluzionaria; adesso la palla passa al nuovo Governo, «anche se in sei mesi dal suo insediamento ci saremmo aspettati un cenno».

Non solo vaccini: Russo chiede a Federico anche un suo parere sulla gestione della fase calda del Covid 19; il ricercatore tiene a puntualizzare che il suo è un parere personale e non parla a nome dell’Istituto, ma il messaggio è chiaro: «Servirebbero investimenti per riorganizzare la sanità territoriale, è quella che non ha funzionato durante la pandemia e che ha contribuito a portare al contesto terribile che abbiamo vissuto con gli ospedali al collasso».

Il pubblico de La Capitale conosce Maurizio Federico non solo per il suo lavoro, ma per un avvenimento tragico accaduto negli anni scorsi e per cui oggi lui e la moglie, Margherita Eichberg, vogliono giustizia: la figlia Lisa di neanche 18 anni è morta al Bambin Gesù a causa di complicazioni a seguito di un trapianto di midollo osseo. C’è un’indagine in corso in cui sono coinvolti i vertici dell’ospedale romano, ma Federico non ha dubbi: «Io e mia moglie non abbiamo nulla da vincere, quel che ci interessa è che non accada mai più».