È un periodo molto delicato quello che va dalla fine del 2002 al 2004 per il neo sindaco Giuseppe Scopelliti. Il predestinato della politica reggina deve fare i conti con una serie di attentati che interessano Palazzo San Giorgio e che culminano con i panetti di tritolo ritrovati nel bagno della sede del Comune. Un evento che segnerà per sempre quegli anni, facendo assurgere Scopelliti a simbolo dell’antimafia. Ma per i pubblici ministeri quello altro non fu che una «pagliacciata» decisa da chi doveva ricordare determinate verità al sindaco. È di questo che si occuperà la seconda parte della puntata del podcast “Gotha, processo agli invisibili” dedicata all’ex governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, non indagato né imputato nel processo, ma al centro di una serie di trame che si incrociano con la sua carriera politica. Ed è proprio alla sua rielezione che è dedicata la seconda parte della puntata, ossia agli scontri anche feroci con Alberto Sarra.

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Se, per un verso, l’avvocato Paolo Romeo, ritenuto al vertice della cupola massonico-mafiosa reggina, si preoccupa che vi possa essere un’agenzia del centrosinistra che miri allo scioglimento del Comune per mafia «criminalizzando» un sistema di potere, per alto verso sono diverse le iniziative messe in campo per scongiurare una simile ipotesi. In un contesto nel quale Romeo si preoccupa sempre di limitare l’azione di Scopelliti, non permettendogli piena libertà di manovra, seppur in maniera indiretta e senza mai affrontarlo.

 

L’esplosivo a Palazzo

È il 6 ottobre 2004, 22.30 della sera. Una segnalazione dei servizi segreti mette in moto la macchina della Polizia di Stato. I dettagli di queste fasi sono racchiusi in un’informativa agli atti della Dda di Reggio Calabria e depositati nel processo ‘Ndrangheta stragista, riguardante i presunti mandanti degli attentati ai carabinieri. La relazione degli artificieri della Polizia parla di tre panetti di tritolo confezionati con un nastro adesivo ma privi di innesco. Sul posto, si legge negli atti, era presente anche personale dei servizi segreti: «L’artificiere ha evidenziato che l’esplosivo, per conformazione, peso e misure, risultava identico a quello proveniente dalla nave “Laura C”». Si tratta della nave con un ingente quantità di esplosivo, affondata nel 1941 al largo della costa jonica reggina e divenuta successivamente una inesauribile riserva a disposizione delle cosche di ‘ndrangheta dell’intera provincia. A giudizio dell’artificiere, l’attentato a palazzo San Giorgio non rientrerebbe nel consueto modus operandi della criminalità organizzata locale.

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Ma a cosa serve quel tritolo piazzato a Palazzo San Giorgio se non può esplodere e quindi non può arrecare danni materiali? Per il Tribunale, l’effetto certamente sortito sarà quello relativo all’immagine di Scopelliti che diventerà un soggetto non solo politicamente forte, non solo visibile, ma soprattutto un soggetto orbitante nel mondo dell’antimafia. Un giudizio duro, ma sicuramente meno di quanto non lo sia stato quello della Dda che, tramite il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo, bolla quell’evento come una «pagliacciata». Sta di fatto che, da quel momento, i fischi lasciano il posto all’approvazione e, nel 2007, Scopelliti viene rieletto con il 70% dei voti.

Le liti con Sarra

È in tale contesto che emergono forti dissidi con Alberto Sarra per la spartizione delle poltrone assessorili. È a partire da quegli anni – a giudizio del Tribunale – che Scopelliti e Alberto Sarra diventano attori di un medesimo sistema e saranno etero-diretti da Paolo Romeo, per cui, anziché contrastarsi vicendevolmente, corrono o concorrono su livelli differenti ma coordinati, divenendo parte di un progetto politico di lungo respiro.

Per i giudici si arriva addirittura ad una sorta di ricatto di Sarra a Scopelliti. Il primo minaccia di svelare come erano stati presi i voti e tale espressione «era relativa ai nove consiglieri eletti nella lista a sostegno di Scopelliti – scrivono i giudici – ed era chiaro che si trattava di una minaccia solo fintamente irrilevante per lo Scopelliti, atteso che il neo sindaco sarebbe rimasto privo della maggioranza, qualora il Sarra avesse denunciato che i suoi consiglieri erano stati eletti tutti con i voti della ‘ndrangheta».

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«Nell’ottica della rivendicazione di tale impegno – prosegue il Tribunale – Sarra rappresentava a Scopelliti di essere quello esposto a possibili implicazioni in relazione al metodo della raccolta del consenso elettorale, che a Sarra aveva procurato delle conseguenze indelebili, che lo stesso definiva cicatrici. Allo stesso tempo Sarra, sia pure in maniera prudente da un punto di vista comunicativo, non aveva mancato di rimarcare che Scopelliti non poteva non sapere come si raccoglievano i voti a Reggio, cioè garantendo favori agli elettori, per i quali tuttavia Scopelliti non era stato coinvolto, al punto che l’amministrazione comunale non aveva mai assicurato alcun aiuto al Sarra».

Ecco un passaggio delle intercettazioni che nel podcast saranno riportate nella loro versione originale:

U: Sarra

U1: Scopelliti

U ... la verità è che tu non vuoi mai investire una virgola su di me... e sai che sono stato in 21 anni la persona più vicina che hai avuto. Perché ho sofferto, ho fatto... non ho mai detto niente, ho fatto le mie battaglie sempre in silenzio. Pero non si vuole l'armonia, la verità è questa. Perché tu non vuoi fare mai un ragionamento sereno nei miei confronti.
U1 Ma... ma tu....
U Ma chi è che ha fatto quello che ho fatto io...
U1 Ma scusa...
U ... senza avere niente in mano.
U1 Però Berto guarda...
U Ma senza avere niente in mano...omissis..
U Ma tu come ‘o to solito perchè...
U1 Però...
U ... io sono fatto così...
U1 E senti qua...
U ... e tu mi devi prendere per fesso?! E’ una vita che ci prendiamo per fessi Peppe, è una vita. E io ogni volta devo andare...
U1 Berto...
U ... a fare
U1 No...
U Lo sai qual è la differenza?
U1 No.
U Che quando ti sei candidato tu, mi hai trovato sempre come mi hai voluto(…)
U Io per te mi prendo le bastonate...
U1 Va be’...U Mi sono buttato in mezzo alla gente per te...
U1 Va be’...
U ... e sempre come al solito esco io col le cicatrici... e tu fai il grande.
U1 Dammi... dammi ...
U ... e tu fai il grande....omissis..
U Mi metti sempre in difficoltà, mi fai trattare come uno strofinaccio (…)
U Pure che facciano... pure se ti fanno qualunque cattiveria io sarò là e non arriveranno a te;
U1 Va be’;
U Magari faranno cattiverie a me, ma a te non arriveranno...
U1 Va bo’;
U Perché Alberto Sarra è là! Poi non lo so chi mi trovo vicino, però a te non ti toccheranno e puoi stare tranquillo...;
U1 Ci vediamo...
U perché faccio l’ira di Dio faccio