VIDEO | Ospiti di Antonella Grippo nella puntata andata in onda ieri sera il presidente di Demoskopika Raffaele Rio e il medico Matteo Bassetti e poi Alessandro Cattaneo, Nicola Irto, Giuseppe Aieta e il politologo Gianfranco Pasquino
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Che non fosse una tribù che balla, ma che sballa (o si sballa se vogliamo dare un tocco stupefacente all’interpretazione), lo avevano captato tutti. Forse anche Jovanotti, titolare del brano con cui sono stati accolti gli ospiti in studio. L’ultima puntata di Perfidia ha messo il sigillo su un sentimento comune verso la politica che strombazza risultati e invece regala supercazzole in piena regola.
I pinocchi della politica e della sanità
Il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio, ne parla brillantemente nel suo ultimo libro “Oxypolitik”. «Noi siamo sedati e anestetizzati da ciò che ci raccontano i politici - ha detto -. I politicanti, inoltre, sanno che siamo dipendenti dai social e ci propinano un linguaggio totalmente vuoto di contenuti». Il volume fa scopa con “I pinocchi della sanità” pubblicato da Matteo Bassetti, noto professore e ricercatore di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova. «Ci sono i pinocchi in camice bianco, tutti miei colleghi, che per facili profitti ingannano il prossimo per profitto personale. Ma ci sono anche i pinocchi in pigiama che credono che si possa curare un tumore con gli ultrasuoni. La scienza - sentenzia senza timore alcuno di smentita - non è democratica, non deve prendere voti. Se una cosa è giusta e alla gente non piace, resta giusta e per noi conta quello».
Fuoco amico Lega-Fratelli d’Italia e il ruolo degli azzurri
Già, i voti. Proprio quelli che Fratelli d’Italia sa di avere e la Lega probabilmente no. Antonella Grippo parla di scontro fratricida riferendosi alle Regionali in Sardegna (con il Veneto sullo sfondo) per spargere un po’ di pepe qua e là e far sciogliere in un brodo di giuggiole Alessandro Cattaneo. Al parlamentare di Forza Italia ricorda, strizzandogli l’occhio, le parole di Tajani sul ruolo di garante che hanno gli azzurri nell’alleanza. «Vero - conferma inorgogliendosi -. Siamo la polizza assicurativa a Bruxelles e nei mercati liberali. Siamo tre partiti diversi e insieme componiamo una coalizione, ma purtroppo per la sinistra una sintesi la troviamo sempre. Lo facciamo un po’ per abitudine, un po’ perché ci troviamo bene insieme. Ci completiamo».
A questo punto si torna a bomba al titolo della puntata, con il senatore democrat Nicola Irto che non ci sta. «Sono divisi, altroché - dice sghignazzando - In atto c’è uno scontro di potere tra Lega e FdI. Il grande assente è Forza Italia, peccato perché è l’unico partito moderato».
Reggio Calabria e il futuro di Falcomatà
Irto, però, farebbe bene a guardarsi da Antonella Grippo che lo mette sull’inginocchiatoio e gli chiede se si senta più figo di Occhiuto e se abbia mai pensato che Falcomatà sia una testa dura. Risposta secca, bocciata da sua santità El Diablo: «No!». Il segretario regionale del Partito Democratico, non sfugge tuttavia alle domande sul Comune di Reggio Calabria dove Francesco Cannizzaro ritiene sia «esploso il centrosinistra» e dove ha fatto sottoscrivere a tutta l’opposizione una mozione di sfiducia.
Irto replica con una frase degna di Perfidia: «Cannizzaro è mio amico, ma gli ho anticipato che sarà l’ultimo coordinatore, perché dopo le europee Forza Italia si scioglierà». Gli occhi a cuoricino della conduttrice scompaiono quando il senatore torna ad indossare i panni ingialliti di un vecchio democristiano. «A Palazzo San Giorgio non c’è una partita in corso e né una rogna. Falcomatà è tornato dopo due anni di sospensione ingiusta e con lui è in atto un confronto da parte del gruppo dirigente del Pd reggino. Le imposizioni che vengono da Roma o da altri luoghi non troveranno sponda».
Significativa, inoltre, la sortita del politologo Gianfranco Pasquino che ha fotografato una differenza netta. «Penso che destra e sinistra esistano ancora – spiega -. I primi vogliono gerarchie, autorità, ordine e non sono propensi a grandi fughe in avanti. I secondi spesso cercano la sfida all’autorità, non gradiscono le gerarchie e amano il movimento spingendosi talvolta fin troppo in avanti al punto che l’elettore non li raggiunge. Talvolta perdono voti perché questi ultimi vogliono la prevedibilità: sapere ciò che si può fare e cosa no».
Aieta: «Non mi riconosco nel Partito Democratico»
A Perfidia, però, si tocca anche un altro tema caldo: l’abolizione dell’abuso di ufficio. E Irto va allo scontro con l’ex consigliere regionale, nonché ex sindaco di Cetraro, Giuseppe Aieta. Antonella Grippo lo introduce con le note di “Dove si balla”, «perché Azione va un po’ qua e un po’ là, dove c’è musica».
«L’abuso di ufficio è un obbrobrio, dobbiamo dirlo - taglia corto Aieta -. Ci sono persone a cui è stata rovinata la vita e poi il 98% delle volte le accuse non hanno retto. Il caso eclatante è proprio quello di Falcomatà a Reggio Calabria, ma non dimentichiamo Oliverio a cui hanno distrutto la carriera. Amministrare oggi significa avere il terrore di una certa magistratura: è per questo che non mi riconosco più in un partito che ha scartato Bonaccini e che ha scelto chi oggi insegue Giuseppe Conte: Elly Schlein».
La puntata integrale è disponibile online su LaC Play.