Luciana Lo Prete, presidente dell'Unione Italiana Ciechi, è stata ospite di Zigo Zago ai microfoni di Italo Palermo e Simona Tripodi per parlare della nona edizione del Festival del Cieco e del suo impegno per l'inclusione delle persone non vedenti. Accompagnata dalla sua fedele compagna Zelda, una guida per non vedenti, Luciana ha condiviso la sua storia e la sua visione di un mondo più accessibile e inclusivo. Inoltre, ci siamo collegati direttamente con Napoli, più precisamente a San Gregorio Armeno, dove Lello Sciuscià ci svela i segreti dei personaggi più iconici del presepe napoletano, tra storia, leggenda e maestria artigianale (rivedi qui l’intera puntata).

«La cecità non è un limite, ma un'opportunità per crescere e riscoprire la vita»

Così apre Luciana Lo Prete, presidente dell'Unione Italiana Ciechi e ipovedenti, un esempio di come la vita possa essere vissuta con passione e coraggio, nonostante le difficoltà. Non si tratta solo di una donna che ha superato una grande sfida personale, ma anche di una leader che, insieme alla sua inseparabile compagna a quattro zampe, Zelda, lotta per migliorare la vita di chi vive con disabilità visive. «Zelda è la mia vista, la mia guida, e la mia più fedele compagna. Non mi lascia mai, nemmeno nei momenti più difficili» Con queste parole, Luciana Lo Prete racconta il legame speciale con il suo cane guida. Zelda non è solo un animale da compagnia, ma è una risorsa vitale per Luciana, che grazie a lei può affrontare la vita quotidiana con maggiore libertà e indipendenza. «Non è solo la guida, ma è anche la compagna che aiuta a combattere la solitudine. Consiglio a chiunque soffra di disabilità visiva o solitudine di avere un cane come Zelda», dice Luciana, facendo emergere quanto il rapporto con un animale possa migliorare la qualità della vita.

Le barriere mentali, il nemico più insidioso

Una delle battaglie più difficili è quella contro le barriere mentali e la mancanza di comprensione della società. Luciana Lo Prete sottolinea quanto sia doloroso il pregiudizio di chi non conosce i limiti e le potenzialità di una persona cieca o ipovedente: «Le barriere più dolorose non sono quelle fisiche, ma quelle mentali. L’ignoranza fa male. Troppe persone non salutano, non considerano, non capiscono che, nonostante la cecità, siamo uguali e possiamo fare tutto». La battaglia di Luciana per l’inclusione e l’indipendenza delle persone non vedenti trova un momento culminante nel Festival del Cieco, un evento annuale che celebra i talenti e le competenze di persone cieche e ipovedenti. La nona edizione di questo festival si terrà il 13 dicembre al Teatro Politeama di Catanzaro, un'occasione per abbattere le differenze e dare visibilità alle capacità artistiche e professionali di chi, nonostante la disabilità, è protagonista nella società. Durante l’evento, ci saranno performance e momenti di spettacolo che vedranno alternarsi artisti non vedenti e vedenti, dimostrando che le barriere non esistono quando si tratta di talento. «L’obiettivo è dare opportunità e far vedere che chi è cieco non è un “assistito”, ma una persona che ha molto da offrire alla società», afferma Luciana che con il suo esempio, dimostra come ogni ostacolo possa essere superato con determinazione e passione.

Il ruolo delle istituzioni e della società

Luciana non manca di sottolineare anche l’importanza del sostegno delle istituzioni e della società: «La disabilità non è solo un problema delle famiglie, è un tema che riguarda tutta la società. Abbiamo il dovere morale di tendere la mano e abbattere le barriere, sia fisiche che mentali, per garantire una vita serena e indipendente a chi ha bisogno». Il suo messaggio è chiaro: la disabilità non è un limite, ma un’opportunità per tutti. E la società ha il compito di fare in modo che ognuno possa vivere la propria vita con dignità e senza barriere. «Quando ci si trova di fronte a una disabilità in famiglia, non si è più soli. La disabilità è un problema di tutti, e solo insieme possiamo fare la differenza». Infine, Luciana Lo Prete ci lascia un messaggio forte e potente: «Non siamo diversi, siamo uguali. Le differenze ci sono per tutti, ma non sono mai un ostacolo insuperabile. La vita è fatta di opportunità, e ognuno di noi merita di viverla senza limiti».

Lello Sciuscià, un tuffo nel cuore di San Gregorio Armeno

In questo speciale natalizio, siamo andati alla scoperta dei segreti del presepe napoletano, un'arte millenaria che affonda le sue radici nella tradizione popolare. Abbiamo incontrato Lello Sciuscià, un maestro presepista che ci ha aperto le porte del suo laboratorio, svelandoci i misteri e le curiosità che si celano dietro la creazione di queste piccole opere d'arte. Ogni personaggio del presepe napoletano ha una storia da raccontare. Lello Scuscià ci ha parlato del "dormiente", una figura fondamentale che, secondo la leggenda, è l'inventore del presepe stesso. "Benino", così viene chiamato, è un personaggio chiave che, se si svegliasse, farebbe scomparire tutto il presepe. Ma non è solo Benino a rendere unico il presepe napoletano.

I segreti dell'artigianato e un successo che va oltre i confini nazionali

Ci sono poi i pastori, realizzati con grande maestria e attenzione ai dettagli. «Le mani e i piedi sono in legno, la testa in terracotta e gli occhi in cristallo», spiega Lello Sciuscià. «Ogni personaggio ha una sua espressione e una sua storia da raccontare». L'arte presepiale napoletana è un patrimonio inestimabile che si tramanda di generazione in generazione. I maestri presepiai come Lello Sciuscià custodiscono gelosamente i segreti di questa antica tradizione, tramandandoli ai loro allievi. «I nostri presepi sono delle vere e proprie opere d'arte», afferma l’artista. «Ogni dettaglio è curato con amore e passione, dalla scelta dei materiali alla lavorazione delle figure».

La fama del presepe napoletano ha varcato i confini nazionali. Anche Notre Dame de Paris ha richiesto un presepe napoletano per arricchire le sue celebrazioni natalizie. «È un riconoscimento importante per la nostra tradizione», afferma Lello. «Significa che il presepe napoletano è apprezzato in tutto il mondo». Visitare un laboratorio di presepi napoletani è un'esperienza unica, che permette di immergersi in un mondo fatto di magia e tradizione. È un'occasione per ammirare l'abilità degli artigiani e per scoprire i segreti di un'arte che ci affascina da secoli.