Il futuro della Next Elettronica - azienda di Piano Lago rilevata dai suoi 15 dipendenti che ci hanno investito un anno di disoccupazione - è appeso a un filo, certo. Ma le speranze di salvezza dell’azienda – dalle enormi potenzialità – restano ancora vive. Sono la Regione Calabria e il ministero delle Imprese e del Made in Italy gli interlocutori chiave dei lavoratori riuniti in cooperativa e dei sindacalisti che, da diverse settimane, si sono posti al loro fianco. Domani, alla Cittadella regionale, è previsto un incontro con gli interlocutori chiamati in causa in queste ore. E dall’esito del vertice si comprenderà se e quali spazi siano rimasti per rimettere in sesto l’impianto produttivo e rilanciare le ambizioni di una potenziale eccellenza calabrese.

La sfida è stata rilanciata oggi, nel corso della trasmissione Dentro la Notizia andata in onda su LaC con la prima puntata della nuova stagione. Ospiti del format realizzato dalla redazione giornalistica nel Network e condotto da Pier Paolo Cambareri, la parlamentare del Movimento 5 Stelle Anna Laura Orrico e – con l’inviato Salvatore Bruno - il presidente della cooperativa Pietro Aiuola e il segretario regionale Fiom Cgil, Umberto Calabrone.

Coincidenti le richieste di tutti i protagonisti odierni della puntata: affiancare la Regione nel percorso che dovrà portare il Governo a sbloccare la situazione, visto che tra i soci sovventori venuti meno c’è anche una società collegata al ministero stesso.

Potrebbe essere la finanziaria regionale, Fincalabra, inoltre, a recitare un ruolo centrale nella vicenda. Ma bisognerà attendere la riunione di domani per comprendere quali sentieri imboccare per non compromettere l’esito della vertenza, che si presenta abbastanza complicata da un punto di vista tecnico.

Toccanti e significative le testimonianze dei lavoratori, raccolte in azienda: 320mila euro di ammortizzatori sociali (tra disoccupazione e Tfr) investiti integralmente dai soci cooperatori (i lavoratori) per rilevare l’azienda e renderla un fiore all’occhiello del sistema produttivo calabrese. Tutti loro, per due anni, non hanno intascato un euro rilasciando in azienda le risorse di cui disponevano. Un sacrificio che non può andare perduto, considerato soprattutto che il livello produttivo raggiunto nella realizzazione di microchip e altre apparecchiature elettroniche, per qualità ed esigenze di mercato, potrebbe venire assorbito agevolmente da circa il 90 per cento delle aziende operanti nel settore, multinazionali comprese, che continuano a farne richiesta.

Una opportunità da non perdere, visto che lo sblocco della vertenza potrebbe non soltanto salvare il lavoro degli attuali soci-dipendenti ma favorire un nuovo indotto capace di creare occupazione qualificata per centinaia di persone. Il punto, dunque, è lavorare - così come emerso durante la trasmissione - su una nuova visione industriale per la Calabria e l’area nord della regione. Una sfida che mette tutti di fronte alle proprie responsabilità, così come invocano i lavoratori; responsabilità che a questo punto è necessario assumere sino in fondo.