VIDEO | Una serata dedicata al grande cardiologo calabrese scomparso da pochi giorni: il ricordo di Pino Nano e Antonio Viscomi, poi l’estratto del dialogo a due con Paola Bottero quando col suo sorriso ci ha raccontato le tappe fondamentali della sua vita. Appuntamento alle 21 su LaC Tv
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«Caro papà, non vogliamo concedere ulteriore spazio alla malattia che non hai mai accettato, proprio come facevi con i tuoi pazienti, ma vogliamo piuttosto pensare che questo maledetto male, che per la prima volta ti ha reso indifeso e che ci ha intimamente unito, sia stato solo la manifestazione intensità dell’unione con mamma». Un’unica voce per Alessia, Silvia e Francesca, le tre figlie di Franco Romeo. Una voce piena di dolore ma ferma, proprio come quella del padre quando raccontava di Ginetta, la sua Ginetta, scomparsa ad agosto di due anni fa dopo una malattia che ha consumato anche chi le voleva bene. Non si è più ripreso, dalla morte della moglie. Ed alla fine si è dovuto arrendere allo stesso male.
Il lutto | Muore a Roma il cardiologo calabrese Francesco Romeo, medaglia d’oro al merito della Sanità pubblica nel 2013
Scrivo e mi sembra impossibile pensare che non c’è più. Ci stavamo cercando tutti di abituare all’idea. Sapevamo che stava male, avevamo persino timore a dirlo, come se il tacerlo lo rendesse meno vero. Oggi è tutto confuso. Le emozioni si accavallano, ed ho dentro di me, proprio come sui computer del montaggio, il suo sorriso e la sua bara, la sua umiltà e la sua grandezza, il dolore della madre china sul feretro e la dignità delle tre figlie che hanno dovuto soffocare la disperazione in un foglio, poco più di due minuti. Franco è stato un grande, un grandissimo uomo. E lo dico sussurrando, tanto mi sono intimi e cari i ricordi dei nostri aperitivi e delle nostre chiacchiere, un amico. Sono tantissimi i suoi amici, perché chi lo ha conosciuto non poteva che diventargli amico, per sempre.
Franco Romeo, il luminare che tutto il mondo ci ha invidiato, professore ordinario di Cardiologia all’Università Tor Vergata, è stato un’eccellenza in tutti i ruoli della sua immensa carriera professionale: componente del Consiglio superiore di sanità, presidente della Società italiana di cardiologia, membro del “nominating committee” della Società europea di cardiologia – tanto per ricordare alcune tappe del suo percorso – è stato insignito dal presidente della Repubblica con la Medaglia d’oro al merito della Sanità pubblica.
Ci ha lasciato nella notte tra giovedì e venerdì scorsi. Il funerale doppio: nella sua Roma e nella sua Fiumara di Muro, dove ha raggiunto l’amore della sua vita, Ginetta.
L’idea di andare a cercare la puntata che ripresentiamo in questo speciale di vis-à-vis è stata immediata. Franco ha lasciato un vuoto immenso, pari solo al grande amore che ha dato e che ha ricevuto. Il medico del cuore, come lo ha definito Pino Nano, storico giornalista Rai, nel suo scritto commemorativo. Con lui e con Antonio Viscomi, docente universitario che ha ricordato la grande generosità nel condividere il suo sapere, abbiamo ripercorso alcuni momenti di vita dell’uomo, del medico, del padre, del luminare. Ma il racconto più vero che troverete nella puntata dedicata a lui è quello fatto da lui nel nostro studio di viaCondotti21, dove veniva con piacere.
Non potevamo non ricordare Franco Romeo. Ma da chi farlo ricordare se non da lui stesso, come si era raccontato in una puntata di vis-à-vis? Come ciascuno dei quasi cento ospiti che si sono messi a nudo raccontando le scelte, i dolori e le gioie che hanno segnato il loro percorso di vita, anche lui ha mostrato il suo lato più intimo, dialogando con la dolcezza con cui ha vissuto. Rivederlo ora è terribile, perché fa capire il tanto, il troppo che abbiamo perso. Ma fa anche gioire perché abbiamo avuto l’onore di fare qualche passo al suo fianco. Franco, che tanto amava e rispettava i suoi maestri, è stato maestro di chi si confidava con lui, di chi gli chiedeva aiuto.
Il vuoto lasciato dalla sua scomparsa è proporzionale al pieno di chi gli ha dato l’ultimo saluto. Sabato pomeriggio, nella chiesa di Santo Spirito in Sassia, il Santuario della Divina Misericordia di Roma, a pochi passi da San Pietro, l’hanno salutato in tanti: i colleghi medici, gli amici, i pazienti. Occhi umidi e sguardi persi di tantissime persone, come Massimiliano e Doriana Fuksas, Andrea Monorchio, Maurizio Gasparri, Agazio Loiero, Pino Nano, Nino Foti, Maria Grazia Laganà Fortugno, per dirne alcuni. Domenica la salma è tornata a casa, a Fiumara di Muro, nel Reggino, per unirsi “al riposo eterno” accanto alla moglie Ginetta. La piazza era pienissima, proprio come a Roma. Amici, persone che conserveranno per sempre un ricordo intenso di Franco Romeo.
Il saluto delle figlie è stato la sintesi della dolcezza, dell’eleganza, della forza di un grande uomo, ancora prima che un grande cardiologo. «Vorremmo poter dire che sapere che non soffri più ci darà serenità, ma purtroppo non è così. Ci dà serenità, invece, pensare al sincero affetto di chi ti ha accompagnato e sostenuto in questi ultimi mesi, e a quello che ti circonda oggi da parte di così tanti amici, colleghi e pazienti che testimoniano la tua vita e il tuo impegno quotidiano, di cui siamo state sempre profondamente orgogliose».
Le parole di Alessia, Silvia e Francesca continuano a sottolineare la voragine che si è aperta con la sua scomparsa. «Sappiamo bene quanto incolmabile sarà la tua mancanza, quanto ci mancherà la tua illuminante guida, il tuo irresistibile carisma, la tua spiazzante lucidità, la tua coraggiosa coerenza, la tua gratuita generosità e costante disponibilità, la tua libertà, che in realtà derivava da una ferrea onestà. Ciao, papà».
Ciao, Franco. Ciao, professore.