Secondo i magistrati della Direzione distrettuale antimafia, il suo ufficio sarebbe stato un luogo privilegiato in cui far convergere interessi mafiosi in uno dei settori più delicati: gli appalti. Per lungo tempo è stato dirigente del settore Lavori pubblici del Comune di Reggio Calabria. Ma a fronte dei 16 anni richiesti dall’accusa, il Tribunale di Reggio Calabria lo ha assolto dal reato più grave con formula piena: non aver commesso il fatto. Lui è Marcello Cammera ed è il protagonista dell’ottava puntata del podcast “Gotha – processo agli invisibili”. L’ex dirigente, in realtà, ha riportato solo una minima condanna per favoreggiamento nei confronti di Paolo Romeo, l’avvocato ritenuto al vertice della cupola massonico-mafiosa di Reggio Calabria.

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La Dda riteneva che l’ex dirigente avesse consentito all’avvocato Paolo Romeo, accusato di essere uno dei vertici della componente occulta della ‘Ndrangheta, di orientare ed influenzare le principali scelte dell’ufficio comunale da lui diretto, in funzione degli interessi e della strategia della ‘ndrangheta, al fine di garantire il migliore sviluppo dei sistemi di infiltrazione della stessa, nel settore degli appalti pubblici e nella gestione dei flussi di spesa da ciò derivanti.

Nello specifico, a Cammera veniva contestato di aver agevolato gli interessi di imprenditori collusi con la ‘Ndrangheta nei loro rapporti con l’ufficio comunale da lui diretto o con altri uffici comunali su cui poteva esercitare influenza. Nel corso della puntata del podcast sarà chiarito perché il Tribunale di Reggio Calabria ha ritenuto non sussistenti le accuse mosse nei confronti dell’ex dirigente comunale, sebbene si parli di un rapporto «intenso e datato nel tempo» tra lo stesso Cammera e Paolo Romeo nonché di «favori e scambi reciproci». Le motivazioni del Tribunale rivelano come in realtà l’ex dirigente non abbia mai favorito imprese in odore di mafia, con aggiudicazioni che sono avvenute in modo regolare.

Un aspetto rilevante è di certo quello che ha riguardato la Dda reggina: dopo il deposito delle motivazioni, non ha fatto appello per l’assoluzione dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Di questo ne abbiamo discusso sia con il giornalista di LaC News24, Pietro Comito, sia con il difensore di Marcello Cammera, l’avvocato Massimo Canale, il quale ha offerto un’analisi completa delle ragioni che, a suo avviso, hanno condotto il Tribunale ad assolvere Cammera dall’accusa di essere un concorrente esterno con la ‘Ndrangheta. Il legale ha poi annunciato anche una novità importante per il processo d’appello.