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Caso Boccia-Sangiuliano, quando il gossip diventa politica: «È speculare ai vizi e alle virtù del Paese»

Antonella Grippo, Anna Laura Orrico e Francesco Kostner sono stati i protagonisti oggi del programma di approfondimento di LaC Tv che ha riacceso i fari sulla vicenda costata il posto all'ex ministro della Cultura. Ecco com'è andata

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di Redazione Politica
11 ottobre 2024
13:44

Dentro la notizia accende i fari sul caso Boccia-Sangiuliano (CLICCA QUI PER RIVEDERE LA PUNTATA). Scandali e potere, un intreccio di gossip e politica che ha scosso il Governo e che è stato al centro della puntata odierna condotta da Francesca Lagoteta.

In studio Antonella Grippo, giornalista e mattatrice del programma di LaC Tv Perfidia, che tornerà l'1 novembre in prima serata con una puntata proprio dedicata al caso Sangiuliano. «Un racconto grondante di fetida e untuosa ipocrisia», così lo ha definito Grippo, sottolineando come la vicenda che ha scosso recentemente il Governo Meloni non sia affatto inedita.


«Questi guardiani del faro della morale pubblica non hanno colto il senso politico della vicenda – ha affondato la giornalista –. Il gossip e la politica finiscono per generare una sorta di commistione perché la politica è speculare ai vizi e alle virtù del Paese grazie al principio di rappresentatività. Ecco perché il caso è anche politico».

Ospite, in collegamento, la deputata del Movimento 5 stelle Anna Laura Orrico, che ha parlato di «ennesima brutta pagina di questo governo di centrodestra». E aggiungendo: «Credo che gli italiani ne abbiano fin sopra i capelli».

A partecipare al dibattito anche Francesco Kostner, giornalista e scrittore. «Che c’entra tutto questo con la cultura? Niente», ha detto. «Io sono un nostalgico della Prima Repubblica, anche per questa ragione: in passato non avremmo mai assistito a una cosa del genere, anzi non avremmo mai avuto protagonisti della scena politica di questo livello. Non c’è nessuna relazione con la cultura, che ho l’impressione si sia persa di vista soprattutto dal punto di vista dei contenuti».

E parlando del caso Boccia-Sangiuliano non poteva mancare un passaggio alla ormai famosa intervista all’ormai ex ministro andata in onda su Rai1. Dopo la visione di un frammento di quell’intervista che mostra il protagonista della vicenda in lacrime Grippo ha commentato caustica: «Per questo dovrebbero arrestarlo, per avere destrutturato il topos per antonomasia e cioè quello dell’italiano mandrillone e seduttore. Questo si presenta con un graffio sulla fronte, chiede scusa alla moglie, chiede scusa a Giorgia Meloni costruendo una sorta di apologia del matriarcato».

Poi ha proseguito: «Detto ciò, la vicenda non è politica solo nel caso in cui siano stati impiegati soldi pubblici o nel caso in cui Boccia abbia avuto accesso a informazioni sensibili. È politica perché riformula la concezione del maschio italiano in una forma davvero originale». E ha sottolineato: «Non cadiamo nella trappola di erigere Boccia a emblema del femminismo. Io non solidarizzo con lei perché se quello è l’esercizio del femminismo io mi defilo».

La palla è passata dunque all’onorevole Orrico: «Io tutte le responsabilità le do al ministro Sangiuliano perché quando ricopri incarichi istituzionali hai ruoli che ti danno visibilità e questo ti porta a essere circondato da gente attratta da questa visibilità. Sta a chi ricopre questi ruoli non dare adito a chi agisce in questo modo. Il ruolo politico è servizio pubblico: per me tutto quello che faccio come parlamentare, anche nella vita privata, dà un esempio. Non dimentichiamoci che siamo portatori sani o insani di un messaggio che arriva soprattutto alle giovani generazioni».

Una vicenda, questa, che – seppur non nuova, come evidenziato da Antonella Grippo a inizio puntata – «ha inferto un colpo pesantissimo alla credibilità della politica e di chi la rappresenta», ha affermato Kostner. Che poi ha posto l’accento su due punti. Il primo: «Se è vero che un rappresentante delle istituzioni deve tenere gli occhi aperti, è anche vero che Boccia ha messo in luce una serie di atteggiamenti che lasciano immaginare una sorta di premeditazione». Il secondo: «Questo è un classico caso di gestione della crisi nella comunicazione».

 

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