In vista della messa in onda su LaC Tv, l’associazione Smarter Calabria ha presentato il progetto che dà voce a chi ha deciso di non andare via o di tornare per realizzare qui i propri sogni
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Stanchi dei soliti stereotipi sulla nostra regione, Smarter Calabria, un'associazione fondata da Nadia D'Apa e Raffaella Crupi, sta svelando un volto nuovo della regione. Attraverso la docuserie "Antidote", con la regia di Stefano Tammaro, l'associazione racconta le storie di giovani calabresi che hanno deciso di restare o tornare nella loro terra, dimostrando che è possibile realizzare i propri sogni e contribuire allo sviluppo del territorio. Vincenzo Gullo, Giorgio Pascolo ed Elena Lazzaro sono solo alcuni dei protagonisti di questa straordinaria avventura. Un imprenditore agricolo, una guida ambientale e un'insegnante che, con le loro passioni e il loro impegno, stanno costruendo una Calabria diversa, più sostenibile e più attrattiva. Le loro storie, raccontate nella docuserie "Antidote", sono un invito a tutti i giovani calabresi a credere nelle proprie potenzialità e a diventare protagonisti del cambiamento.
Smarter Calabria, un “Antidote” per il futuro della regione
Nadia D’Apa e Raffaella Crupi ospitati nella suite aeroportuale da Simona Tripodi e Italo Palermo, sono le fondatrici di Smarter Calabria, un'associazione che sta rivoluzionando il modo di pensare al futuro della regione. Il loro obiettivo? Incoraggiare i giovani calabresi a restare o tornare, valorizzando le potenzialità della loro terra. «Vogliamo creare una rete di supporto per i giovani, aiutandoli a realizzare i loro sogni in Calabria», spiega Nadia che insieme a Raffaella fondano Smarter Calabria in associazione nel 2019 con un obiettivo ambizioso: valorizzare le potenzialità della Calabria e incoraggiare i giovani a restare o tornare nella loro terra.
«La nostra idea è nata dal desiderio di creare una rete di supporto per i giovani calabresi, offrendo loro gli strumenti e gli incentivi per costruire un futuro nella loro regione», spiega Nadia D’Apa. Tutto è iniziato nel 2017 con un blog, dove le due attiviste raccontavano le storie di giovani calabresi sparsi per il mondo. Un progetto che ha presto preso forma e si è concretizzato nella nascita dell'associazione. «Il Covid ci ha rallentati, ma non ci ha fermati», afferma Raffaella Crupi. Grazie a un finanziamento regionale, Smarter Calabria ha potuto realizzare la docuserie "Antidote", un progetto che racconta le storie di quattro giovani calabresi e le loro sfide. «Attraverso queste storie, vogliamo mostrare che la Calabria è una terra di opportunità e che è possibile realizzare i propri sogni anche qui», continua Nadia.
La docuserie "Antidote" è un vero e proprio inno alla Calabria, una regione troppo spesso stereotipata e sottovalutata. I protagonisti, con le loro storie, dimostrano come sia possibile vivere e lavorare in Calabria, contribuendo allo sviluppo del territorio. Per approfondire questo tema, in collegamento Skype il regista della docuserie, Stefano Tammaro che ci racconta qualcosa di più su questo progetto: «Ho sentito fin da subito una grande affinità con questo progetto, racconta Stefano, le tematiche affrontate nella docuserie sono molto sentite anche nel Sud Italia, dove molti giovani sono costretti a lasciare la propria terra per cercare fortuna altrove». Stefano sottolinea l'importanza di raccontare storie vere e autentiche, storie che possano ispirare altri giovani a credere nelle proprie potenzialità. «Vogliamo mostrare che è possibile rimanere nella propria terra e realizzare i propri sogni, senza dover per forza emigrare», afferma il regista. La docuserie "Antidote" sarà presto trasmessa su LaC, dando così la possibilità a un pubblico più ampio di conoscere le storie di questi giovani protagonisti. «È importante cambiare questa narrativa che spinge i giovani a lasciare la Calabria, conclude Nadia, la nostra regione ha tanto da offrire e dobbiamo iniziare a valorizzarla».
Le esperienze dei protagonisti della docuserie, raccontate in esclusiva a Zigo Zago
Tra i protagonisti della docuserie "Antidote", Vincenzo Gullo, imprenditore agricolo, Giorgio Pascolo, guida ambientale ed escursionistica, ed Elena Lazzaro, insegnante di educazione fisica. Le loro esperienze, raccontate in esclusiva, sono un esempio di come sia possibile realizzare i propri sogni in Calabria, contribuendo allo sviluppo del territorio. Vincenzo Gullo, imprenditore agricolo di Palmi, ha deciso di investire nella sua terra, creando un'azienda agricola che unisce tradizione e innovazione. "Io e Palmi" è molto più di una semplice azienda: è un progetto che rappresenta l'amore per la terra e la volontà di valorizzare i prodotti locali. Giorgio Pascolo, guida ambientale ed escursionistica, ha dedicato la sua vita alla valorizzazione del patrimonio naturale della Calabria. Grazie alla sua passione e alla sua competenza, è riuscito a creare una rete di guide turistiche che offrono esperienze uniche ai visitatori. Elena Lazzaro, insegnante di educazione fisica, è tornata in Calabria dopo un'esperienza lavorativa a Bologna. Oggi, oltre a insegnare, è impegnata nella promozione dello sport e della cultura fisica tra i giovani.
Da LaCity Mag, la verità dietro le hit e l'ingrediente segreto della monarchia
Chi l'avrebbe mai detto che le canzoni più spensierate nascondessero segreti così oscuri? Ce lo racconta Luca Varani de LaCity Mag. Uno studio ha rivelato che i brani che ci fanno ballare e cantare a squarciagola potrebbero celare un dolore profondo. Prendiamo "Don't Stop Me Now" dei Queen, un inno alla vita che, in realtà, Freddie Mercury scrisse nel bel mezzo di una profonda crisi personale, fatta di eccessi e dipendenze. E non è l'unico caso. Anche "Dancing Queen" degli ABBA, apparentemente un inno alla gioia, nasconde le pressioni del successo e i sacrifici di una vita sotto i riflettori. Ma non è tutto. Un articolo su La CityMag ci racconta di un evento inusuale: l'incontro tra Emanuele Filiberto di Savoia e Carlo di Borbone, rappresentanti di due casate reali storicamente rivali. Questo incontro, avvenuto in una pizzeria napoletana, è stato visto come un gesto simbolico di riconciliazione. Tuttavia, a far discutere non è tanto l'incontro in sé, quanto la scelta culinaria dei due protagonisti, cioè una pizza con l'ananas, un abbinamento considerato blasfemo dai veri appassionati di pizza napoletana. Questa scelta inusuale ha scatenato una serie di commenti ironici e critiche sui social media, ponendo l'accento sulla contraddizione tra un gesto di pace storica e una scelta gastronomica così discussa. L'articolo riflette sul significato simbolico di questo evento, sottolineando come la scelta della pizza all'ananas possa essere vista come una metafora della difficoltà di conciliare tradizione e innovazione.