Tutta la pantomima sui contenuti è per palati raffinati e lascia il tempo che trova. Il leader di Italia Viva si gioca la partita solo sul terreno dell’eliminazione politica di Giuseppe Conte. Se il premier uscente viene riconfermato Matteo perde
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L’avevo scritto e lo riconfermo, Renzi aveva ed ha un solo obiettivo: eliminare Conte. Un obiettivo che sta rincorrendo con fredda e cinica determinazione. Sbaglia chi crede che il Conte Ter sia ormai acclarato.
Il leader di IV è un giocatore d’azzardo. Tutta questa pantomima sui contenuti è roba per palati raffinati. Costituzionalisti. Intellettuali radical chic della carta stampata. Ma di questi palati l’ex premier non sa che farsene. Matteo Renzi vince o perde solo sulla l’eliminazione politica di Giuseppe Conte. Se Conte ottiene la fiducia per il terzo incarico, il leader di Iv perde. Se Conte alla fine verrà superato, Renzi vince. Non ci sono contorni che tengano. Non ci sono opzioni subordinate. Il gioco di Renzi è ad alto rischio. E, tuttavia, il leader di Iv gioca con freddezza su alcuni fattori: il terrore del M5s delle elezioni; i suoi cavalli di Troia nel Pd; l’ambizione di alcuni leader democrat; la pandemia. Secondo la tattica renziana, infatti, proprio quest’ultima condizione potrebbe indurre lo stesso Mattarella a piegare una probabile resistenza da parte di Zingaretti e del M5s.
Elezioni anticipate
Altresì, è anche vero che le elezioni anticipate per Renzi potrebbero essere letali sia per lui che per il suo folto gruppo parlamentare destinato alla decimazione considerato le percentuali da prefisso telefonico che indicano i sondaggi per IV. Cosa potrebbe succedere nelle prossime ore che potrebbe favorire la strategia di Renzi? Semplice. La disponibilità di Berlusconi ad entrare in governo di unità nazionale indipendentemente dalla disponibilità di Salvini e Meloni. I segnali in tal senso ci sono tutti. Chiaramente, una tale disponibilità potrebbe passare per un veto a Conte. Fantapolitica? Può darsi, e tuttavia, il colpo di scena che potrebbe spingere verso questa direzione e, dunque, a favore della strategia di Renzi potrebbe essere la disponibilità del leader degli azzurri ad entrare in un esecutivo magari di tipo istituzionale.
Un asse tra Renzi e Berlusconi
Sarà un caso che Renzi non si sia ancora sbilanciato sui nomi continuando ad alzare l’asticella delle rivendicazioni? Ieri ha chiesto a Fico la stesura di un documento politico programmatico. Tutti segnali che lasciano immaginare che, forse, l’ex sindaco di Firenze e premier, attenda la “mossa del cavallo” da parte del cavaliere. Ciò potrebbe essere un abile gioco delle parti che potrebbe rivelare un asse tra Renzi e Berlusconi. Sarà un caso che Italia Viva stia predisponendo un percorso che tenta di trovare sponde con l’opposizione? Formalmente con tutti, ma potrebbe, invece, puntare da un lato a blindare il rapporto con Berlusconi e, dall’altro lato, metterlo nelle condizioni di annunciare la sua disponibilità ad entrare nell’area del Governo.
La proposta di una commissione bicamerale a guida dell’opposizione per parlare di riforme istituzionali e, ancora, la proposta di coinvolgere le opposizioni nella discussione sul Recovery plan sembrerebbero andare verso questa direzione. I segnali continuano, e lo rivelano anche alcune dichiarazioni di esponenti di FI: “il rifiuto del centrodestra unito di lavorare ad un governo dei migliori, alla fine, agevola la formazione di un Conte Ter a scapito di una formula di governo allargata” -sostiene il deputato di Forza Italia, Osvaldo Napoli-. È di poco fa una dichiarazione di Brunetta: «Insufficiente il perimetro attuale della maggioranza le cose da fare nei prossimi cento giorni sono di una difficoltà e dimensione enormi. Dobbiamo, ad esempio, fare un nuovo dl Ristori per 32 miliardi di euro; scrivere definitivamente il Recovery Plan che deve contenere 4-5 riforme epocali che l’Italia non ha realizzato negli ultimi 20-30 anni; poi anche il Piano vaccini. Questi tre percorsi richiedono una coesione politica e una capacità di governo straordinari, forse le più grandi sfide, concentrate in un così breve lasso di tempo, che l’Italia abbia mai dovuto affrontare».
E infine sempre Brunetta, sul recovery ha sostenuto: «sono per scriverlo insieme, ma per farlo bisogna essere in due. È necessario che a volerlo sia anche la maggioranza, forse un po’ troppo impegnata a litigare al proprio interno».
Supposizioni. Ipotesi. Congetture. Segnali che sembrerebbero andare verso una sola direzione: un asse, un patto tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Uno scenario plausibile. Un sospetto che contribuisce a tenere la tensione altissima. Italia Viva continua a non scoprirsi sul fronte dei nomi, continuando a sostenere di non porre veti e, tuttavia, è noto, che le rassicurazioni di Matteo Renzi valgono quanto le promesse di digiuno di una faina nel pollaio. Il non scoprirsi sui nomi lascia tutti nell’indeterminazione e nell’incertezza.
Zingaretti e la linea della fermezza
Per ora dunque, Zingaretti e le altre forze politiche della maggioranza non possono che tenere la linea della fermezza. Il segretario democrat ha già blindato due cose imprescindibili da cui partire: “su premier e ministro dell'Economia non c'è neanche da discutere”. E, d’altronde, l’unico modo per smascherare l’azzardo di Matteo Renzi è quello di far intravedere al suo gruppo che la possibilità delle elezioni anticipate non è solo un bluff utilizzato come spauracchio nella gestione della crisi, ma potrebbe diventare una realtà concreta. Il PD, sarà in condizione di tenere la linea della fermezza fino alla fine? Il nocciolo della questione sta tutto intorno a questo interrogativo. Sono in molti a ritenere, che alcuni “cavalli di Troia renziani” di stanza al Nazareno potrebbero lavorare per l’affermazione della strategia di Italia Viva e del suo leader. Nelle prossime ore capiremo quale piega prenderà questa crisi.