I messaggi del governatore ondeggiano sapientemente tra esaltazione della sua azione amministrativa e indignazione per i danni fatti da altri. Un approccio favorito dalla singolare congiuntura politica e dal silenzio imbarazzante dell’opposizione
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Roberto Occhiuto si trova in una congiuntura astro-politica che i suoi predecessori si sarebbero potuti solo sognare. I suoi oppositori in Calabria sono i suoi alleati in Italia, gli oppositori del governo che lui sostiene in Italia sono suoi alleati in Calabria. Ergo, qualunque suo atto politico da presidente della Regione trova sempre ampio consenso, al limite non belligeranza, a destra, al centro e a sinistra.
Applausi per le cose fatte, quelle annunciate, e pure per quelle fatte o annunciate da altri. Il presidente ha persino inventato una nuova forma di comunicazione, quella delle dichiarazioni “a pendolo”, che gli consentono di andare da una parte all’altra senza che nessuno lo trovi strano.
Occhiuto può prima affermare che all’Expo di Dubai la Calabria non deve promuovere le bellezze turistiche (tutti le conoscono), bensì Zes e Gioia Tauro. E poi annunciare la chiusura di fatto della Calabria Film Commission, con lo snaturamento della sua funzione e l’inglobamento in una non meglio definita Agenzia unica che si occuperà… del turismo (che all’Expo non dobbiamo portare).
La Calabria Film Commission era forse una delle poche eredità interessanti venute dal non memorabile governo di Mario Oliverio. Realtà che la compianta Jole Santelli avrebbe voluto trasformare in un motore promozionale e occupazionale per la regione, come è stato per Puglia e Basilicata. E invece la Film Commission va via, inghiottita dal turismo orfano di Dubai, anche se qualcuno non dispera di salvarla.
Come l’ex presidente Giuseppe Citrigno, che in un’intervista sulla nostra testata si è autocandidato in qualità di esperto a disposizione del presidente. Peccato che Citrigno non abbia guardato bene i video postati dal presidente Occhiuto su Instagram, che lo ritraggono al lavoro ogni giorno e ogni ora, con colonne sonore che spaziano dall’epico al lounge bar, arrivando all’house. Parliamo di riprese dinamiche, montaggio cool e grafica inneggiante. Il presidente sembra uscito da una serie Netflix sulla Casa Bianca. Se Citrigno avesse visto i video su Instagram, avrebbe capito che Occhiuto la Film Commission ce l’ha in casa, e quindi l’autocandidatura ha poche speranze.
Ma a parte la troupe cinematografica a disposizione, diciamo pure che il presidente della Regione può monopolizzare l’attenzione mediatica perché le sue uscite rimbombano come un gong nel vuoto dell’opposizione. Partiamo subito dall’ultima dichiarazione a pendolo, quella dei fondi imboscati alla Regione.
"La Calabria si è persa per strada un miliardo di euro in 20 anni, Occhiuto mobilita gli uffici: «Cercate i soldi»”, titola LaC News24. Il titolo attira, è chiaro. Ma è pur chiaro che se ci siamo persi un miliardo e oltre per strada è per mancanza di progettualità e per incapacità di burocrazia e politica regionale. E ammesso che i dirigenti 007 scatenati da Occhiuto trovino i soldi persi tra i labirinti della burocrazia, magari con l’aiuto dell’agenzia Tomponzi, chi li saprà spendere? Quelli stessi che negli anni se li sono fatti scappare?
Una domanda che resta nell’aria. Anche perché, poche ore prima, in un’altra dichiarazione, sembrava che la questione fosse già risolta per il solo fatto che a governare ci sia l’attuale Giunta regionale. Sintetizzo. La nostra testata aveva posto la questione dei finanziamenti gestiti dal Cipess (Comitato Interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile), complementari al Pnrr, per opere di immediata cantierabilità - come ribadito dal ministro Mara Carfagna (un “criterio guida” adottato, ha dichiarato il ministro, “per battere il vizio di impegnare risorse in opere che poi non si realizzano”).
Su sei miliardi alla Calabria sono andati 465 milioni, meno delle altre regioni: alla Campania sono toccati infatti 1,7 miliardi, alla Sicilia 1,2 miliardi e alla Puglia 985 milioni. Sono numeri. Per noi il motivo sembrava evidente, non fosse così parleremmo della Calabria come della Baviera: la nostra regione ha un deficit di progettualità e di capacità attuativa che ci costringe da decenni a fanalino di coda. Ci fossero stati più progetti immediatamente cantierabili, presumibilmente avremmo ottenuto di più. Non è colpa di Occhiuto, ma di decenni di malgoverno o governo sciatto e inconcludente, da sinistra a destra, passando per il centro.
Ma Occhiuto che fa? In una geniale (scrivo senza ironia) replica al senatore Morra, con la ormai consolidata tecnica del pendolo tira fuori il criterio della popolazione residente: non è vero che ci hanno dato meno, in realtà ci hanno dato più degli altri, perché il rapporto tra soldi elargiti e popolazione residente ci vede al secondo posto dopo la Campania. I soldi sembrano di meno perché la Calabria ha una popolazione inferiore alle altre regioni, ma ciascun calabrese ha preso più di un siciliano o di un pugliese. Ecco.
E mentre passa la dichiarazione trionfale del nostro presidente sull’acquisto delle quote Sacal (“promessa mantenuta, gli aeroporti calabresi tornano in mano pubblica”), sulla quale lo stesso ha dovuto mettere una pezza al pasticcio combinato dai suoi colleghi di coalizione, penso che potremo essere tutti più sereni. D’ora in poi, quando alla Calabria daranno pochi soldi non dovremo più preoccuparci o arrabbiarci: è solo un’impressione. Sembra che ci abbiano dato di meno, ma in realtà ci hanno dato più degli altri: basta controllare la popolazione residente.