Prima chiuso, poi riaperto e oggi di nuovo chiuso. È la singolare storia di uno dei tre ponti fascisti che attraversano il delta del torrente Saraceno, nell’alto Jonio cosentino. La Provincia di Cosenza, ente gestore dell’infrastruttura viaria ionica, nella primavera scorsa decise di chiudere al traffico uno dei tre impalcati in cemento armato per una pericolosa degradazione strutturale. Per poi riaprirlo a senso di marcia alternato (nel frattempo rubarono anche l’impianto semaforico), dopo un primo intervento, durante il periodo estivo; così da consentire una maggiore fluidità al traffico. Ma dal 7 ottobre scorso la strada è nuovamente inibita al traffico. Chiusa. Barricata. Intanto sulla Statale 106, sulla quale per forza di cose confluisce anche il traffico urbano, fioccano le multe degli autovelox.

La provincia rassicura: «Ponte aperto a novembre»

Dal terzo ponte nord sul Saraceno non si può più transitare e non si sa fino a quando. O meglio, la stessa Provincia nei giorni scorsi – dopo aver chiuso dalla sera alla mattina la struttura, così come fece nel 2015 con la galleria paramassi di Rossano centro storico (leggi anche: Corigliano-Rossano, quella galleria chiusa da tre anni) – ha comunicato che la provinciale e quindi il passaggio sul Saraceno sarà riaperto entro il prossimo novembre.

 

«L’ordinanza di chiusura della Sp 253 all’altezza del ponte sul torrente Saraceno – si legge nella nota trasmessa nei giorni scorsi a firma del presidente della Provincia Franco Iacucci e del dirigente del settore Viabilità e manutenzione del territorio, Claudio Le Piane – si rende necessaria per la prosecuzione dei lavori di risanamento delle travi di bordo all’intradosso della soletta, che non possono essere effettuati, per questioni di sicurezza, in presenza di traffico».

 

La riapertura momentanea del ponte a cui si è assistito nel corso dei mesi estivi (comunque a senso unico alternato e dopo il risanamento della trave di monte del ponte) è stata soltanto momentanea – come conferma la Provincia stessa – per alleviare i disagi del traffico in un territorio che accoglie numerosi vacanzieri. «Abbiamo preferito rimandare – scrivono dalla Provincia – il completamento dei lavori dopo la conclusione della stagione estiva. In tale periodo – continuano Iacucci e Le Piane – la Sorical ha comunque provveduto a risolvere l’interferenza della condotta idrica con i lavori al ponte».

 

Insomma, lavori realizzati a metà per esigenze squisitamente turistiche – per così dire – che dovrebbero essere ripresi e conclusi a breve. Ad oggi, però, a parte le barricate che non permettono (ovviamente) l’accesso al ponte e l’area cantiere allestita, di lavori non se ne parla. Riuscirà la Provincia a consegnare i lavori nei tempi promessi? Staremo a vedere.

Tutti sulla SS106 disseminata di autovelox

Nel frattempo, però, con la strada provinciale 253 chiusa, il traffico urbano che ogni giorno si muove tra Trebisacce e Villapiana, i due centri dell’alto Jonio divisi dal Saraceno, viene dirottato per intero sulla Statale 106. E lì – a detta di molti – sono dolori. Già, perché in poco meno di 5 km, quelli che dividono lo svincolo di Villapiana Lido da quello di Trebisacce Sud, sono piazzati una serie di autovelox ed un tutor: un manna dal cielo per i comuni che in questo periodo stanno facendo cassa.

Insorge la Lega

Una situazione che ha fatto insorgere, oltre ai cittadini, anche i militanti di Lega Salvini del comune di Villapiana, che oltre a chiedere la ri-costituzione della commissione consiliare speciale «che monitori costantemente sulle tempistiche e sullo svolgimento dei nuovi lavori sul ponte Saraceno», oggi lancia una provocazione al municipio villapianese: «Fino a quando – dice Michele Grande, consigliere comunale e coordinatore cittadino della Lega a Villapiana – i lavori sul ponte non verranno terminati e, quindi, finché non verrà ristabilito il regolare traffico veicolare sulla provinciale, chiediamo al comune di spegnere tutor e autovelox».