In un dura nota il segretario generale Fisascat Cisl Lo Papa chiede al presidente Sacal De Felice di intervenire e spiega la situazione vissuta dei dipendenti: «Senza stipendio non possono più lavorare»
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«Temiamo che nei giorni a seguire i lavoratori impegnati nei lavori di Vigilanza e Controllo dello scalo aeroportuale di Lamezia Terme non saranno più nelle condizioni economiche per recarsi a lavoro e pertanto il servizio potrebbe non essere garantito nel massimo della efficienza e puntualità». E’ quanto preannuncia in una nota il segretario generale Fisascat Cisl Calabria Fortunato Lo Papa intervenendo in merito alla grave situazione debitoria complessiva dell’Istituto di vigilanza privata notturna e diurna che ha ripercussioni pesanti sulle condizioni reddituali di molti lavoratori unitamente alla mancanza di informazioni sul loro futuro.
«La protesta – aggiunge Lo Papa - finirà solo nel momento in cui arriveranno non più rassicurazioni ma certezze per il futuro dei lavoratori coinvolti. I ragazzi lavorano da cinque mesi senza stipendio continuando a garantire un servizio primario per lo scalo lametino e per la sicurezza dei viaggiatori e di tutto il personale. Siamo allo stremo e pertanto non si possono più attendere i tempi burocratici previsti per la gara d’Appalto». «Chiediamo al presidente della Sacal, Arturo De Felice di intervenire con fermezza per fare in modo che in autotutela si possa revocare all’attuale azienda il servizio ed affidarlo in maniera provvisoria ad altro Istituto al fine di poter garantire – afferma il sindacalista - per questo Santo Natale, un servizio adeguato oltre che dare la possibilità ai lavoratori di potersi pagare e passare in serenità le festività in famiglia».
«In questa già difficile situazione è opportuno – conclude - che si metta da parte ogni strumentalizzazione e si dimostri seriamente di voler partecipare all'individuazione di una soluzione al problema per il rispetto e la dignità di tutti i lavoratori coinvolti perché in questo silenzio assordante faremo sentire la nostra voce al fine di ridare la giusta dignità e tranquillità ai lavoratori che svolgono, come sempre, con spirito di abnegazione e con impegno il loro lavoro».