VIDEO | I cittadini, dopo la sanzione per la presunta mancata sanificazione delle cabine, disertano la grande attrazione di Piazza Martiri d’Ungheria. Il titolare parla di allarmismo ingiustificato. Per lui, a Vibo Valentia, era la prima volta e, probabilmente, sarà anche l’ultima
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Una sanzione per la mancata sanificazione delle cabine e la chiusura per cinque giorni: il Covid 19 e le stringenti misure di prevenzione sembra abbiano segnato anche il destino della ruota panoramica a Vibo Valentia, che malgrado la riapertura pare non attragga più i vibonesi.
«Hanno paura», dice amareggiato il proprietario, che però tranquillizza sul corretto rispetto delle norme anti-Covid. Ci mostra il gel disinfettante per le mani posto all'ingresso, il percorso distanziato e le cabine che ad ogni giro vengono sanificate dagli operai.
Pierino Mario Montenero, 30 anni di esperienza alle spalle. La prima volta a Vibo e, lascia intendere, forse l’ultima. Non nasconde l'amarezza per il provvedimento delle autorità che ha innescato quello che definisce come un allarme ingiustificato tra la popolazione. «Come se il virus si annidasse solo sulla ruota panoramica», commenta a denti stretti. Osserva l'imponente ruota che illumina la piazza, in un gioco di colori e suoni. Osserva il botteghino vuoto. Si guarda attorno e dice quasi rassegnato: «Se continuerà a girare a vuoto, saremo costretti a lasciare anzitempo la città. Un'altra settimana così e chiudiamo».
La giostra, si ricorderà, sin dal suo arrivo ha suscitato malumori e perplessità per la scelta di collocarla in piazza Martiri d’Ungheria, di fronte al Comune di Vibo e, soprattutto, davanti alle scuole, luogo tra l’altro individuato quale punto di raccolta in caso di calamità. Acquietatesi le polemiche, la chiusura per la presunta mancata osservanza delle regole anti-Covid.
Insomma, non ha mai trovato pace l'attrazione turistica che per il sindaco Maria Limardo avrebbe dovuto rivitalizzare il corso rappresentando un momento di gioia dopo mesi di lockdown. Ruota partita col piede sbagliato e che ora rischia di chiudere i battenti in anticipo nel silenzio sia di chi ne ha sempre osteggiato l’arrivo, sia di chi, invece, l'aveva accolta con grande entusiasmo.