Davanti a una prefettura presidiata dalle forze dell'ordine, un centinaio di commercianti e ambulanti calabresi ha protestato per richiamare l'attenzione delle autorità preposte sulle condizioni in cui sono costretti a vivere.

 

Lavoratori ambulanti fermi da otto mesi per una pandemia che ha messo in ginocchio il settore delle fiere. Alla manifestazione anche una nutrita delegazione di commercianti vibonesi, costretti a chiudere per la seconda volta. Partiti dal negozio di Angela Bonaventura, la commerciante al terzo giorno di sciopero della fame, i manifestanti hanno raggiunto la sede dell'ufficio territoriale del governo.

 

Un sit-in pacifico per rivendicare attenzione e aiuti al Governo. «Se oggi siamo qui a protestare – ha detto Alessandro Salvatore, presidente associazione nazionale ambulanti - non è per colpa nostra, ma per colpa del Governo che non ha saputo organizzare la sanità in Calabria». Una sanità inadeguata che ha costretto a dichiarare la Calabria zona rossa. Non dunque il numero di contagiati, ma l'assenza di strutture e posti letto.

 

Al prefetto Francesco Zito che ha ricevuto una delegazione di commercianti e ambulanti, è stato consegnato un documento da inoltrare al Governo. Al primo punto la richiesta di nominare il procuratore Nicola Gratteri commissario della sanità calabrese: «È l'uomo giusto, l'unica persona di cui abbiamo fiducia. A lui bisogna dare i pieni poteri. Noi ci fidiamo di Gratteri. È lui l'uomo giusto in grado di tirarci fuori dal baratro in cui siamo sprofondati» ha concluso Vincenzo Buccinà, segretario regionale dell'associazione nazionale ambulanti.