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“Dopo anni di discussioni ieri la Mct ha attivato la procedura legislativa di rito che prevede il licenziamento di 400 dipendenti”. E’ questa la denuncia di Aldo Alessio, candidato a sindaco nella città di Gioia Tauro, all’indomani della durissima accelerazione che nella vertenza dei portuali ha inferto l’azienda terminalista.
Alessio, già sindaco della città del porto e un passato da leader sindacale alle spalle, chiama in causa la politica mentre sta per riunirsi il tavolo di raffreddamento voluto dal prefetto Michele Di Bari nei giorni caldi del recente blocco delle attività.
“E’ il segno tangibile del fallimento di una intera classe politica calabrese – prosegue nella nota - che in questi ultimi 15 anni si è cullata di produrre solo chiacchere sul porto di Gioia Tauro”.
Alessio, all’indomani della istituzione dell’Agenzia pubblica che dovrà riassorbire i lavoratori esodati - assicurando un reddito per 36 mesi e riqualificandoli in vista di altri investimenti produttivi nell'area - lancia una proposta.
“Un tavolo di trattative nazionale, anche se tardivo, a Palazzo Chigi per salvare il salvabile, dove tutti i rappresentanti calabresi, Regione, Città Metropolitana, deputazione parlamentare e organizzazioni sindacali si siedono e discutano di lavoro, sviluppo e occupazione”, è quando chiede.
Per Alessio vanno “bloccati i licenziamenti dei 400 dipendenti, rilanciando il porto di Gioia Tauro nel suo ruolo centrale nel Mediterraneo guardando al futuro”.