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Lamezia Terme, Infocontact - "L'incontro svolto al ministero dello Sviluppo economico ha generato profonda delusione nell'intera delegazione sindacale. Un incontro insoddisfacente che non ha fornito alcuna risposta concreta ai 1.800 lavoratori di calabresi di Infocontact - si legge nella nota firmata da Rsu, Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom - Le dichiarazioni di principio circa la "attenzione massima" del governo alla vertenza Infocontact fanno sicuramente piacere ma non risolvono i problemi. Le commesse fuggono, giornalmente lavoratori precari pagano il prezzo della crisi, e se non si interviene in maniera fattiva nel breve termine questa vertenza rischia di lasciare quotidianamente posti di lavoro sul campo - si legge ancora nella nota - Le affermazioni del ministero del Lavoro circa la mancanza delle coperture finanziarie per l'erogazione del contributo di solidarietà hanno generato grande delusione tra i lavoratori che, oltre all'incertezza sul loro futuro, sono costretti a pesanti riduzioni salariali per il mancato riconoscimento dell'integrazione. La conferma, lato commissariale, dell'arrivo di 4 manifestazioni d'interesse da parte di importanti aziende del settore, è l'unica notizia positiva di questa giornata. Ma resta forte la preoccupazione del sindacato per la continuità nel lungo periodo delle commesse".
"Slc, Fistel e Uilcom – concludono i sindacati – ritengono necessario un intervento concreto e fattivo dei ministeri sulle aziende committenti che forniscono attività in appalto a Infocontact. Il governo usi la propria influenza e mostri autorevolezza con Wind, Poste Mobile, Enel, Con Te, Telecom, Eni, Vodafone affinché garantiscano continuità lavorativa a 1.800 lavoratori calabresi. Alla deputazione calabrese, alla Regione, a tutte le istituzioni locali che si sono affiancate alla nostra battaglia di civiltà, chiediamo di sostenere forte questa nostra rivendicazione affinché si possa mettere nelle condizioni l'amministrazione straordinaria e le organizzazioni sindacali di poter concertare soluzioni che garantiscano continuità occupazionale per 1.800 figli di questa terra. Se verranno meno le attività, scemeranno l'interesse degli acquirenti e le manifestazioni di interesse. E questo la Calabria non può permetterselo".