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Il segretario della CGIL Reggio Calabria - Locri Gregorio Pititto annuncia mestamente che domani i 129 dipendenti della Call&Call di Locri si vedranno recapitate le lettere di licenziamento. Il dramma occupazionale che stanno vivendo i 129 operatori del call center di Locri deve rappresentare per le parti sociali e la politica una sorta di "ultima chiamata".
Non c'è più tempo per pensare come salvare questa terra dalla desolazione economica e dall'egemonia mafiosa (l'assenza di lavoro è linfa vitale per la 'ndrangheta). Si deve agire. La politica regionale, chiamando in causa la Città Metropolitana, gli enti locali, le associazioni dei lavoratori e datoriali, deve immediatamente mettere in campo un Piano Straordinario per l'Occupazione nella Locride.
Pititto è convinto che in questi territori sia necessaria una terapia shock, un mix di investimenti pubblici e creazione diretta di lavoro, pur essendo apprezzabili le misure del governo regionale che negli ultimi anni ha pubblicato vari bandi per fare svolgere tirocini a disoccupati e ad ex percettori di ammortizzatori sociali in deroga. Ma non basta, non può bastare. Per una vera crescita, le politiche del lavoro in questa regione devono cambiare passo. Accelerare!
Per sostenere una vera crescita il sistema pubblico deve creare direttamente lavoro e stimolare così le condizioni che facciano ripartire consumi e investimenti. I bisogni di questo territorio sono ben noti: bisogno sociale; bisogno di innovazioni produttive; bisogno di legalità.
Solo gli investimenti pubblici (attraverso risorse regionali, del Por Calabria e del Patto per la Calabria) possono generare nuova domanda e nuova offerta. Ciò necessita anche di coraggio di scelte, come il disimpegno di risorse economiche che non stanno dando i risultati attesi. Ad esempio, il Piano Garanzia Giovani. Quanti giovani, una volta effettuato il tirocinio semestrale, sono stati assunti? La Regione Calabria ha puntato tantissimo su una misura che non sta dando nulla ai giovani calabresi. Ora la CGIL si attende uno slancio forte da parte della politica: la caparbietà di sedersi al tavolo con le forze sociali di questa terra e decidere insieme gli interventi che possono cambiarne il destino.
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Il Piano straordinario per l'occupazione deve incentivare la nuova occupazione, stabilizzare il precariato, contrastare il lavoro nero, ricollocare i lavoratori che hanno terminato gli ammortizzatori sociali e quelli come i 129 dipendenti della Call&Call che non hanno diritto nemmeno alle prestazioni previdenziali, come la cassa integrazione.
Il segretario regionale della CGIL Angelo Sposato qualche mese fa ha lanciato l'idea di un "Manifesto per la Calabria"; il Piano straordinario per l'Occupazione ne rappresenta, a parere di Pititto, il suo primo e più importante capitolo.