Il sindaco di Rende ha incontrato una delegazione di lavoratori del call center che ha una filiale anche nella città da lui amministrata: «Auspichiamo che i circa 621 lavoratori siano messi nelle condizioni di poter operare in maniera serena»
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Marcello Manna più volte e pubblicamente ha espresso solidarietà ai dipendenti di Almaviva, azienda che proprio nel comune da lui amministrato ha un’importante filiale. Come noto, lo scorso 8 settembre si è aperto al Ministero del Lavoro un tavolo sulla vertenza dei lavoratori dei call center in questione. Sono coinvolti nel passaggio fra Alitalia e la nuova compagnia aerea Ita. A gestire il nuovo servizio clienti dovrebbe essere Covisian, ma i punti interrogativi sono due. Riguardano l’applicazione della clausola sociale che garantirebbe il travaso dei posti di lavoro e il mantenimento delle sedi attuali di Rende e Palermo.
L’incontro tra Manna e i lavoratori Almaviva
«Ieri ho incontrato in municipio una delegazione dei lavoratori di Almaviva per essere aggiornato dell’attuale quadro della loro vertenza - ha spiegato Manna -. Monitoriamo sin dall’inizio la situazione: ci sono a rischio posti di lavoro e tante famiglie sono in difficoltà. Auspichiamo che la vertenza in atto si risolva e che i circa 621 lavoratori siano messi nelle condizioni di poter operare in maniera serena e che venga garantita la tenuta lavorativa nel rispetto della professionalità che contraddistingue da sempre il percorso lavorativo di queste donne e questi uomini».
La disponibilità fornita dal sindaco di Rende
Per cercare di venire a capo della situazione, Marcello Manna ha teso un’ulteriore mano ai dipendenti. «In attesa del tavolo nazionale previsto per il prossimo undici ottobre – spiega - ho dato la mia piena disponibilità per una interlocuzione con i ministeri interessati. Attendiamo dal governo nazionale un segnale chiaro e di determinismo concreto. La qualità professionale espressa dalle persone oggi messe a rischio lavorativo è capitale, anche umano, su cui investire e rilanciare. Non è certo mortificando il lavoro a favore di un taglio netto dei costi che la qualità del servizio potrà essere garantita».