Una doccia fredda, un risultato probabilmente inaspettato ma che pone la parola fine, nel peggiore dei modi, alla vertenza Almaviva. L’azienda ha convocato le rappresentanze sindacali nel tardo pomeriggio di oggi per comunicare che non ci sarà nessun accordo con Tim e che la commessa terminerà ufficialmente il 28 febbraio. Si apre dunque un’importante crisi per l’azienda e per i suoi 420 lavoratori, di cui 189 a Rende ed i restanti a Palermo: l’azienda ha proposto una road map che dovrà essere approfondita nei prossimi giorni, ma è chiaro che il futuro dei lavoratori adesso è a tinte fosche.

Almaviva, la vertenza con Tim e i rinnovi

La vertenza si era aperta alla fine del 2021, nel momento in cui l’azienda aveva comunicato ai lavoratori di problemi per il rinnovo delle lavorazioni sulla commessa Tim: troppo bassi, secondo Almaviva, i volumi di pratiche inviati per poter sostenere i 420 lavoratori, lamentando mancanza del rispetto degli accordi commerciali che non permettevano così di poter stare dentro i costi operativi, arrivando a lamentare anche perdite fino a due milioni di euro.

L’azienda ha comunicato diverse scadenze, prorogate ogni volta di pochi giorni, mentre si continuavano le trattative: poche e sbrigative le spiegazioni date ai lavoratori che di volta in volta si trovavano ad affrontare proroghe meno che settimanali. Oggi l’ultima deadline aveva lasciato uno spiraglio di speranza, che si è tramutato in una doccia fredda: nessun rinnovo, la commessa si ferma ufficialmente il 28 febbraio, poi si passa a Comdata.

Almaviva Rende, cosa succede adesso ai lavoratori?

Dopo il duro colpo di questa sera, comunicato formalmente alle rappresentanze aziendali, inizia il percorso più duro e tortuoso: bisognerà garantire la continuità aziendale a tutti e 420 i lavoratori, ma non è detto che questo possa accadere. Comdata, infatti, ha comunque un importante parco lavoratori impegnato su diverse commesse e non è assolutamente detto che decida di assorbire tutti i 420 impiegati sulla lavorazione Tim. Non solo, poi, non vi è nessuna certezza sulla garanzia dell’utilizzo della clausola sociale, ma neanche sul fatto che i lavoratori assorbiti mantengano le stesse condizioni contrattuali, come il monte ore o le garanzie presenti sul contratto.

Non è inoltre da escludere che vi possano essere degli esuberi: questo è infatti uno dei nodi cruciali, che potrebbe portare a frizioni importanti con i lavoratori. Almaviva infatti, nella sede di Rende, continua ad operare con la commessa legata al numero verde dell’emergenza coronavirus, il 1500, ma è una commessa ovviamente temporanea e non garantisce continuità occupazionale. La partita, dunque, è purtroppo più aperta che mai: il gioco, purtroppo, è ancora una volta però sulle spalle dei lavoratori.