La mobilitazione si terrà il primo dicembre a Catanzaro, Cosenza e Reggio: ad annunciarlo in conferenza stampa i segretari regionali Sposato e Biondo. Dito puntato contro la legge di bilancio e le scelte della Giunta regionale
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Uno sciopero per contestare le scelte del governo nazionale nella legge di bilancio ma anche le decisioni della Giunta regionale della Calabria. Cgil e Uil Calabria scendono in piazza l’1 dicembre con tre manifestazioni a Catanzaro, Cosenza e Reggio che rientrano nel quadro più complessivo della mobilitazione che i due sindacati hanno lanciato a livello nazionale con una piattaforma di rivendicazioni che in Calabria si arricchisce di ulteriori motivazioni.
A spiegarle, in una conferenza stampa a Lamezia Terme, il segretario generale della Cgil Calabria, Angelo Sposato, e della Uil Calabria, Santo Biondo, che è anche segretario confederale della sua organizzazione. Sotto accusa da parte dei dirigenti sindacali in particolare la finanziaria del governo nazionale che - a dire di Cgil e Uil Calabria – «colpisce pesantemente le fasce deboli della popolazione, non dà risposte all’emergenza caro prezzi né sui temi del lavoro e dei diritti, sacrifica la sanità pubblica a vantaggio di quella privata, reintroduce le gabbie salariali e quindi i salari differenziati. Un governo che tradisce il Mezzogiorno con scelte penalizzanti come i tagli alla scuola pubblica, i mancati investimenti infrastrutturali con l’Alta Velocità sacrificata al Ponte sullo Stretto».
A queste rivendicazioni Cgil e Uil Calabria aggiungono poi le tematiche più prettamente territoriali: «La Vertenza Calabria – spiegano Sposato e Biondo - sta segnando il passo ed è sostanzialmente ferma, da parte del presidente Occhiuto e della sua Giunta stiamo assistendo solo ad annunci come quello dell’investimento di Baker Hughes dimenticando che la Zes in Calabria l’hanno voluta i sindacati con un altro governo regionale, fanno promesse di stabilizzazione di precari e tirocinanti che ancora non si concretizzano, inoltre non c’è un piano per il lavoro, non ci sono passi avanti nella sanità, c’è il rischio di compromettere il futuro del porto di Gioia Tauro perché sulla direttiva Ets vediamo un’azione debole del governo. Per tutti questi motivi la nostra mobilitazione proseguirà anche dopo l’1 dicembre in Calabria perché la Calabria versa in una situazione ancora più grave rispetto al resto del Paese».
Inevitabile infine un passaggio sull’assenza della Cisl alla mobilitazione: «Scendiamo in pizza – rilevano Sposato e Biondo – per sostenere piattaforme unitarie che abbiamo condiviso anche con loro e non si comprende questo percorso diverso visto che a quelle piattaforme non si danno risposte. Auspichiamo – concludono i segretari generali di Cgil e Uil Calabria - che la Cisl torni a ragionare unitariamente con noi ma noi comunque non ci sentiamo soli e andiamo avanti».