Che spazi reali esistono all'estero, e in particolare in Usa, Canada e Australia, per i prodotti Dop e Igp di Calabria? Il trend generale, come vedremo, è positivo e dovrebbe essere colto in ognuna delle sue articolate potenzialità. L'esame dei dati ufficiali a disposizione può risultare molto utile per comprendere qual è il contesto in cui ci si deve muovere. Un posizionamento ideale, accompagnato da crescite misurabili, non può essere frutto del caso, ma solo di azioni pensate e mirate. Si tenga sempre presente l'importanza fondamentale della comunicazione integrata professionale, capace di fare da enzima catalizzatore di sforzi e fattori diffusi: imprese, aggregazioni di produttori, istituzioni, reti commerciali, consumatori, ristorazione, esperti e professionisti dei vari settori. A tal proposito, ricordiamo che proprio in questi giorni l'editore Domenico Maduli ha lanciato il progetto LaC International che sarà in grado di rivolgersi a circa 16 milioni di Italiani di prima, seconda e terza generazione residenti in Usa, Canada e Australia, costruendo un ponte mediatico di rilevanza strategica. Ora procediamo passo passo e guardiamo attentamente ai numeri che sono un punto di partenza imprescindibile.

Leggi anche

L'Export agroalimentare italiano batte record su record

Il 2022 - secondo la banca dati Ismea Mercati - ha segnato un nuovo record per le esportazioni agroalimentari italiane che, nel loro complesso, hanno sfiorato 61 miliardi di euro, in crescita del 14,8% rispetto al 2021. Il principale mercato di destinazione dei prodotti agroalimentari italiani - ha sottolineato Ismea - si conferma l'Unione Europea che, con 35 miliardi di euro, ha assorbito nel 2022 circa il 57% delle esportazioni di cibo Made in Italy. Germania, Stati Uniti e Francia rimangono i partner di maggior rilievo, con una quota complessiva del 37% e tassi di crescita a doppia cifra sul 2021. Da segnalare anche il forte incremento delle esportazioni verso Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca e - fuori dei confini comunitari - Regno Unito, con una ripresa sia in volume sia in valore delle principali voci dell'export alimentare nazionale. In controtendenza le spedizioni verso il Giappone, dove ha pesato la riduzione delle forniture di tabacchi lavorati, e verso la Russia, a causa dell'irrigidimento delle relazioni commerciali. Sempre Ismea ha fatto presente come si sia evidenziata una performance positiva per tutti i principali comparti e categorie, con le uniche eccezioni, tra i primi 20 prodotti esportati, di mele e uva da tavola. I vini in bottiglia hanno raggiunto 5,2 miliardi di euro di export (+6,6%), grazie all'aumento dei prezzi che ha compensato largamente la riduzione dei volumi (-2,3%); le esportazioni in valore delle paste alimentari sono aumentate del 38,4% rispetto al 2021 e quelle dei vini spumanti del 19,4%; sono cresciute in misura consistente anche le esportazioni di caffè torrefatto e di prodotti da forno. Insomma, l'export agroalimentare italiano continua a volare e a battere record su record.

Il peso dei prodotti Dop e Igp nell'export agroalimentare nazionale

Quanto pesano i prodotti Dop, Igp e Stg italiani nell'ambito dell'export agroalimentare nazionale, vino escluso? Il Rapporto Ismea-Qualivita 2023, relativo ai dati dell'anno precedente, ci ha spiegato che Dop, Igp e Stg - 326 in totale - hanno significato 4,65 miliardi di euro di export, con un +5,8% rispetto al 2021. Il trend è assolutamente positivo e i margini di crescita sono ancora enormi: in 10 anni, dal 2012 al 2022, le esportazioni di cibo Dop, Igp e Stg hanno totalizzato un +66%. Il 58% di questi 4,65 miliardi è stato assorbito da Paesi Ue, con in testa la Germania (762 milioni di euro), la Francia (674 mln), la Spagna (196 mln), l'Olanda (111 mln), il Belgio (88 mln). Il restante 42% si è indirizzato, invece, nei Paesi Extra Ue, con questa graduatoria: Usa (859 milioni di euro), Gran Bretagna (201 mln), Canada (112 mln), Svizzera (72 mln), Australia (52 mln).

Usa, Canada e Australia fondamentali per l'export di cibo Dop, Igp e Stg

Da queste statistiche proposte da Ismea-Qualivita deriva che gli Stati Uniti d'America, con 850 milioni di euro, sono stati il Paese al mondo che ha importato la maggiore quantità in valore di prodotti Dop, Igp e Stg italiani (sempre vino escluso), pari al 18,47% del totale globale e con un aumento sul 2021 del 3,5%. Consistente l'incremento registrato dall'Australia (+10,6%), e comunque significativo quello del Canada (+2,6%), a fronte di un arretramento di Gran Bretagna (-4,1%), Germania (-3,2%) e Spagna (-3,7%). Sommate assieme, le performance di Usa, Canada e Australia hanno garantito nel 2022 all'Italia un export di cibo Dop, Igp e Stg pari a 1,02 miliardi di euro, corrispondenti al 22% del totale. Non introduciamo per ora tematiche complesse, come quella della concorrenza sleale del cosiddetto Italian Sounding che spesso caratterizza il food Made in Italy, e fermiamoci alla constatazione che i mercati statunitense, canadese e australiano, dove peraltro si è consolidata una notevole presenza di emigrazione italiana a partire dall'Ottocento e per tutto il Novecento, rappresentano un riferimento primario per l'esportazione delle eccellenze agroalimentari del Belpaese. Nella classifica delle specialità di cibo Dop e Igp più richieste all'estero spiccano, in ordine di valore, i formaggi (2.657 milioni di euro e +11,5% rispetto all'anno precedente), gli aceti balsamici (887 milioni), i prodotti a base di carne (635 mln), le paste alimentari (206 mln), ortofrutta e cereali (162 mln +8,2%), olio d'oliva (62 mln), panetteria e pasticceria (26 mln), carni fresche (13 mln e +8,0%). Tra i formaggi svettano e trainano l'intero comparto il Grana Padano Dop (1.006 milioni di euro), e il Parmigiano Reggiano Dop (905 mln). Tra i prodotti a base di carne al primo posto il Prosciutto di Parma Dop (297 mln), poi la Mortadella Bologna Igp (143 mln), il Prosciutto di San Daniele Dop (69 mln), lo Speck Alto Adige Igp (47 mln).

Export dei vini Dop e Igp italiani, Stati Uniti al primo posto

Per i vini Dop e Igp (in tutto 527) il valore totale dell'export è giunto nel 2022 a 6,97 miliardi, con un +10,0% rispetto al 2021. Ai vertici della graduatoria nazionale il Prosecco Dop (1.145 mln e +29,1% rispetto al 2021), il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Dop (239 mln e + 27,8%), il Delle Venezie Dop (188 mln), l'Asti Dop (133 mln), l'Amarone della Valpolicella Dop (130 mln). L'export dei vini italiani per il 38% (2.640 mln) riguarda i Paesi Ue e per il 62% (4.327 mln) quelli Extra Ue, con in testa gli Usa (1.733 mln e +9,9% rispetto al 2021), la Gran Bretagna (733 mln e +9,5%), il Canada (403 mln e + 11,5%), la Svizzera (388 mln e + 3,4%), il Giappone (162 mln e + 28%), la Russia (148 mln e + 12,2%), la Cina (87 mln e calo del 9,4%), l'Australia (77 mln e + 15,9%). In Europa la classifica dei Paesi importatori di vini Dop e Igp italiani vede in testa la Germania (970 mln e +4,2%), la Francia (250 mln e + 27,1%), l'Olanda (221 mln e +6,5%), il Belgio (220 mln e + 8,8%), la Svezia (181 mln e +10%). In 10 anni, dal 2012 al 2022 l'export dei vini Dop e Igp italiani è progredito dell'80% e dei soli vini a Denominazione di origine protetta del 116%. Dei 6,97 miliardi di euro di vini Dop e Igp esportati circa 5,2 riguardano i soli Dop e circa 1,7 gli Igp. Tra i soli Dop la parte più consistente è fatta di vini fermi (3,1 miliardi) e spumanti (1,9 mld). Usa, Canada e Australia valgono assieme 2.213 milioni di euro di vini Dop e Igp italiani importati, pari al 31,76% del totale. Peraltro la crescita percentuale di questi tre mercati Extra Ue, dal +9,9% degli Stati Uniti, al +11,5% del Canada, al + 15,9% dell'Australia, ci dice che l'attenzione dei produttori italiani nei loro confronti è sempre più alta.

Leggi anche

La Calabria e l'export di Dop e Igp

Sul fronte esportazioni le Dop e Igp agroalimentari e vitivinicole nel 2022 hanno raggiunto assieme 11,6 miliardi di euro, il 19% dell’export agroalimentare italiano, risultato della crescita di entrambi i comparti: il cibo con 4,65 miliardi di euro e un +5,8% su base annua e il vino con 6,97 miliardi di euro e una crescita del +10,0%. In altri servizi pubblicati da LaCNews24 abbiamo già detto che il peso della Calabria, con i suoi 52 milioni di euro, sul totale del valore italiano dei prodotti Dop e Igp (sia cibo, sia vino), pari a 20,2 miliardi, è davvero piccolo: 0,26%. Dei 52 milioni di valore nel 2022, 30 riguardano il cibo e 22 il vino. Gli operatori calabresi censiti dal Rapporto Ismea-Qualivita sono nel complesso 2.173: 1.634 per il cibo Dop e Igp e 539 per il vino Dop e Igp. Le filiere calabresi dei prodotti IG che contano di più sono quelle del vino (43%), degli ortofrutticoli (34%), dei formaggi (11%), dei prodotti a base di carne (8%). I margini possibili di crescita ci sono tutti, in uno sforzo corale fra istituzioni, aziende, comunicazione integrata. Occorrerà fissare obiettivi, studiare strategie adeguate, promuovere bene e con professionalità idonee, verificare i risultati. Domenico Maduli, presidente del Gruppo Diemmecom - LaC Network, ha affermato a proposito: «LaC International è nata anche per sostenere l'export calabrese, meridionale e nazionale, partendo proprio dall'agroalimentare. Dalla nostra regione, la Calabria, proponiamo uno strumento di comunicazione innovativo, articolato, capace di raggiungere milioni di nostri connazionali che vivono in Usa, Canada e Australia. Possiamo e vogliamo dare una mano alla crescita sana delle imprese, in un'ottica di modernità, di competenza e di massima valorizzazione delle migliori energie esistenti».