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Nel rapporto stilato dal Ministero dell'Economia che calcola il rapporto tra personale docente e personale tecnico amministrativo all'interno degli atenei statali, l'università Magna Grecia di Catanzaro è quella messa peggio. Con un rapporto di 0,48 (253 docenti contro 112 amministrativi) l'Umg resta infatti relegata in fondo alla classifica e neppure la possibilità aperta dalle legge Madia, la quale consente di stabilizzare i lavoratori che nel corso degli ultimi otto anni abbiano svolto mansioni con un contratto a tempo determinato, pare aver alimentato la volontà di invertire questa tendenza.
Circa 60 precari che prestano la loro opera all'interno degli uffici amministrativi dell'ateneo hanno quindi deciso questa mattina di scendere in piazza e protestare proprio nel giorno in cui a Catanzaro si vota per eleggere il nuovo rettore. La vertenza va infatti avanti da ormai cinque mesi ma i vertici universitari non sembrano aver aperto spiragli ad una possibile stabilizzazione del personale.
Secondo quanto riferito dai rappresentanti delle sigle sindacali (Cgil, Cisl, Usb, Ugl, Fgu Csa e Snals), l'amministrazione è infatti intenzionata ad attendere precise indicazioni da parte del Ministero dell'Istruzione e della Ricerca ma intanto in ateneo monta la protesta. Il prossimo 3 gennaio giungeranno a termine i contratti dei 60 lavoratori mentre il cambio al vertice non consentirà al nuovo rettore Giovambattista De Sarro di entrare nel pieno delle sue funzioni prima di novembre. Cresce quindi l'ansia dei lavoratori da un lato ma anche il rischio di una possibile paralisi degli uffici amministrativi universitari dal momento che su 120 impiegati, 60 sono precari con contratti in scadenza.