L’infrastrutturazione della Sibaritide, per troppo tempo rimasta ai margini della regione nonostante sia considerata uno dei principali produttori di Pil in Calabria e con enormi potenzialità economiche, passa e passerà dalla statale 106 nel lotto tra Sibari e Rossano ma anche dalla ferrovia ionica.

Se da una parte la nuova lingua d’asfalto prevista da Anas fungerà da anello di congiunzione tra Corigliano Rossano, Sibari, la ss 534 in direzione autostrada A2 del mediterraneo o via terzo megalotto verso la dorsale adriatica – tutto a quattro corsie – dall’altro la cosiddetta bretella ferroviaria di Thurio o, per meglio dire, la “lunetta di Sibari”, consentirà al Crotonese, alle aree interne joniche ed al bacino del basso e medio ionio cosentino, di “bypassare” la stazione di Sibari per innestare i convogli direttamente sulla linea Sibari-Cosenza-Paola, riducendo sensibilmente i tempi di percorrenza.

Il progetto di Rfi, a valere sui fondi Pnrr da circa 50 milioni, servirà un bacino di circa 250mila abitanti per collegare Crotone e la Sibaritide a Cosenza ed all’alta velocità tirrenica in tempi europei con un bypass lungo appena 2,5 chilometri ed alle Frecce di raggiungere molto più agevolmente le due città joniche.

Il dibattito politico

Da alcune settimane la lunetta di Sibari è argomento quotidiano dell’agone politico del territorio. A sottolineare l’importanza di questa infrastruttura era stato il sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, nelle settimane e nei mesi scorsi, rilanciandone l’idea nell’ambito della rivisitazione del progetto relativo all’alta velocità ferroviaria – quella vera – che con la soppressione della tratta Praia-Tarsia di fatto emargina la Sibaritide ed il Crotonese.

Di diverso avviso è, invece, il sindaco di Cassano allo Ionio, Gianni Papasso, mentre per l’associazione Ferrovie in Calabria il bypass è «assolutamente necessario».
Per Stasi, il collegamento ferroviario «delle stazioni di Corigliano Rossano attraverso la realizzazione della bretella di Thurio e degli adeguamenti necessari al cambio di banco non dovrebbero essere prioritari per la nostra città ma per la regione e il Paese».

Papasso invece teme che la lunetta possa isolare Cassano e quindi la stazione di Sibari, snodo ferroviario fondamentale fino ad oggi e lamenta di non essere mai stato interpellato da Rfi e Regione sul progetto relativo alla lunetta e sottolinea che «difficilmente il consiglio comunale potrebbe approvare una variante a quel Psa a cui da poco abbiamo dato il via libera e che prevedeva ben altro».

 

 

 

 

 

 

 

Le ragioni di Papasso: «Serve un confronto con Rfi e Regione Calabria»

Mentre Papasso non vuole, però, farne beghe di campanile, ma evidenziare i rischi di marginalizzazione che potrebbe correre il suo territorio, il problema, secondo il presidente dell’associazione Ferrovie in Calabria, Roberto Galati, sarebbe agevolmente superato riattivando la stazione di Cassano-Doria – che si trova lungo la direttrice principale verso Castiglione Cosentino e Paola – che a sua volta servirebbe anche l’area del Pollino.

Con la dismissione della stazione di Cassano-Doria, collegando le due linee con la lunetta, «Sibari – sostiene Papasso in una nota – subirebbe un grosso danno da diversi punti di vista, compreso l’accesso all’alta velocità con la freccia Sibari-Bolzano. Un danno che si estenderebbe a tutto l’Alto Ionio e al Pollino che oggi fanno riferimento proprio alla stazione sibarita per i collegamenti veloci. Un comportamento irrispettoso nei confronti di questi territori che assume dei contorni ancora più misteriosi perché, dalle carte di cui siamo in possesso, emerge che il progetto risale al 2021 su richiesta della Regione Calabria nell’ambito di un tavolo tecnico di ascolto. Una riunione – questo il pomo della discordia – alla quale il Comune di Cassano non è stato chiamato a partecipare né come organo tecnico-amministrativo né politico. Subiamo questa decisione voluta da altri ma ci opporremo a questo modus operandi di Rfi e Regione. Non si può trattare così un intero territorio che conta, solo a Sibari, oltre settemila posti letto che non potranno più essere raggiunti agevolmente con l’alta velocità creando anche gravi disagi all’imprenditoria».
«Non posso di certo tarpare le ali allo sviluppo del territorio – ha concluso Papasso spiegando il suo punto di vista a LaC News24 – ma non posso consentire che il mio territorio ne esca emarginato. Rfi e la Regione ci convochi per un ragionamento più ampio e soluzioni simili ma meno impattanti».
Insomma, nonostante sventoli il “no” del suo consiglio comunale, il sindaco di Cassano sembra comunque aperto al dialogo ed a soluzioni alternative, come la riattivazione/ammodernamento della stazione di Cassano-Doria.

Ferrovie in Calabria: «La lunetta di Sibari opera di interesse nazionale»

La lunetta di Sibari, per l’associazione «è un'opera infrastrutturale di interesse nazionale: consentirà un abbattimento dei tempi di percorrenza di oltre 20 minuti sia per la futura offerta a lunga percorrenza InterCity ed AV da Crotone verso il resto d'Italia, e sia consentirebbe l'istituzione di un'offerta ferroviaria regionale competitiva da Corigliano Rossano a Cosenza, senza cambi banco o cambi treno a Sibari, che allo stato attuale non rendono il vettore ferroviario una soluzione utile agli spostamenti verso Cosenza, per gli 80 mila abitanti di Corigliano Rossano».

«Sibari, intesa come entità territoriale – spiega il presidente Galati – non perderebbe alcunché: la stazione di Sibari posta sulla direttrice Jonica continuerebbe ad essere servita dall'offerta ferroviaria InterCity, e potenzialmente anche Frecce, dirette verso il corridoio Adriatico, oltre all'offerta Regionale da/per Catanzaro Lido. Non solo: Cassano allo Jonio dovrebbe optare per la richiesta di ripristino della fermata omonima, posta sulla linea Sibari - Cosenza, dove potrebbero effettuare fermata i treni non più passanti da Sibari, del corridoio Jonica - Cosenza – Paola».

«Cosa ha senso? Mantenere uno status quo senza senso – conclude Galati – e andare contro la cittadinanza dello Jonio, o puntare a migliorare l'accessibilità ferroviaria del proprio comune?»