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“Cantiere Calabria: conoscere per comprendere": è il tema del convegno svoltosi nel pomeriggio di ieri nella sala consiliare di Sant’Eufemia d’Aspromonte ed i cui lavori sono stati conclusi dal Presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio. Un convegno assai partecipato, coordinato da Cosimo Petrolino ed introdotto dal Sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte, Domenico Creazzoche, nel corso del suo breve saluto, ha illustrato le caratteristiche, le potenzialità ed i bisogni della sua comunità. Presenti tra il pubblico il professore Ottavio Amaro, l'ex ministro Maria Carmela Lanzetta, i consiglieri regionali Sebi Romeo e Giuseppe Neri, i sindaci di Bagnara, Gregorio Frosina, e Sinopoli, Annunziato Danaro.
I risultati di "Cantiere Calabria"
Dopo un breve intervento del senatore D'Ascola e del prof. Amaro, il presidente Oliverio ha illustrato il lavoro che si sta facendo nell'ambito di “Cantiere Calabria”, ricordando ai presenti che in questi anni sono state programmate risorse importanti che,ora,stanno entrando nel sistema circolatorio dell’economia regionale producendo risultati molto positivi. A tal proposito Oliverio ha ricordato gli investimenti compiuti in vari settori, soprattutto per quanto riguarda le infrastrutture, il sistema produttivo, il sostegno alle imprese, le problematiche relative al lavoro e alla lotta al precariato, la fuoriuscita dalla condizione di perifericità e marginalizzazione in cui per anni è stata costretta la nostra regione.
«Non è casuale - ha detto il Presidente della Giunta regionale- che dai commissari europei, che proprio ieri hanno partecipato alla quarta riunione del Comitato di sorveglianza del Por Calabria 2014-2020 che si è tenuta a Reggio Calabria, sia venuta una valutazione assai positiva del lavoro che abbiamo compiuto fino ad oggi ed il riconoscimento del cambio di passo evidente registrato nella utilizzazione dei fondi comunitari. Dopo essere stati per anni ed anni con segno negativo per quanto riguarda il turismo, l'agroalimentare e l'occupazione, registriamo finalmente una timida inversione di tendenza che apre alla speranza e alla fiducia e che certifica come, anche in una regione difficile come la nostra, il cambiamento sia possibile. Sono segnali timidi che bisogna incoraggiare e sostenere, ma si sta andando nella direzione giusta. Le risorse che abbiamo investito man mano che si va avanti determineranno, a tutti i livelli e in tutti i settori della vita della nostra regione,risultati importanti per costruire una nuova regione, una Calabria normale, alla pari delle altre regioni italiane.
Ora, però – ha aggiunto Oliverio - abbiamo bisogno dell’aiuto e del contributo di tutti per portare a compimento il lavoro avviato: i sindaci e gli amministratori locali si facciano avanti, le forze sociali si mettano in prima linea, i giovani e la società calabrese ci diano una mano. Cambiare la Calabria, far esprimere letante positività di questa regione, è una sfida enorme, gigantesca. Una sfida culturale non può essere vinta solo affidando una delegaad un presidente di Regione, ad una giunta o ad un consiglio regionale. Per fare avanzare il cantiere cha abbiamo aperto, c’è bisogno di affermare una cultura della legalità e della trasparenza, condizione fondamentale per fare crescere la nostra regione. La Calabria non cresce se non spende le risorse e non le spende bene o se le spende per alimentare zone di economia e di società malata. La regione cresce se le risorse vengono utilizzate bene e in modo controllato. Questo è il metodo che noi abbiamo assunto. Questo è il metodo che guida la nostra azione di governo. Su questo terreno vinciamo o perdiamo la sfida con il futuro. La proiezione di una Calabria malata, di una Calabria preda delle organizzazioni criminali, è una proiezione che per troppi anni ha prodotto un indebolimento della nostra terra e ne ha sfregiato il volto. Per cambiare occorre impegnarsi e lavorare, liberandoci definitivamente da una cultura che per troppo tempo è stata alimentata da disfattismo, da negatività, da un modo di vedere sempre il bicchiere sempre mezzo vuoto che non ha fatto bene a noi stessi e alla nostra terra. Dobbiamo avere consapevolezza che il nostro futuro dipende solo da noie da nessun altro.
Durante la campagna che mi ha portato alla guida del governo regionale -ha concluso il Presidente della Giunta regionale- amavo spesso ripetere lo slogan “Si può fare”. Ora posso dire “stiamo facendo”. Faremo di più e meglio se lo faremo insieme, remando tutti verso la stessa direzione»