VIDEO | Perdite ingenti quelle del settore, insussistenti gli aiuti di governo e Regione. E così un’azienda di Lamezia ha dovuto mettere in vendita i mezzi per potere andare avanti: «Mi è crollato il mondo addosso»
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Costretto da un giorno all’altro a mettere in vendita i mezzi della sua fiorente azienda di bus turistici per tamponare le perdite, per mettere un freno ad un’emorragia che non si sa quando finirà. Tonino Stranges è un imprenditore di Lamezia Terme giovane, ma ferrato. I suoi autobus hanno viaggiato per Calabria, Italia e estero.
I viaggi disdetti e i pochi aiuti dallo Stato
Ma da tre mesi tutto si è fermato, dalla gite scolastiche, ai pellegrinaggi, passando per le vacanze, gli scuolabus, gli eventi e così per far fronte a quel blocco di tributi tasse, assicurazioni, stipendi che invece hanno continuato a chiedere quietanza, ha dovuto vendere i suoi mezzi. Stranges è uno dei tanti che ha manifestato il 3 giugno scorso davanti all’aeroporto di Lamezia Terme nel presidio promosso da Assoviaggi e Federnoleggio per chiedere a governo e Regione attenzione.
Il settore del turismo si è fermato per primo, sta avendo perdite imponenti che non si sa se potrà recuperare. In gioco ci sono 3500 lavoratori e 800 aziende che producono il 13 per cento del pil calabrese, ma mancano forme di sostegno adeguate. Subito dopo il primo caso di Coronavirus accertato a Codogno, ci spiega Stranges, le scuole hanno inviato le prime pec di disdetta di viaggi d’istruzione. Cento quelli annullati in una settimana, poi come un effetto domino si sono susseguiti pellegrinaggi, scuolabus, noleggio pullman per eventi cancellati. Un’ecatombe che ancora adesso, ci racconta l’imprenditore, toglie il sonno.
«Così ho venduto il primo autobus»
La sua lungimiranza gli ha però permesso di vendere il primo mezzo quasi subito, all’estero quando ancora il Covid era circoscritto. Sono mezzi “importanti” quelli impiegati nel turismo, non solo per le dimensioni, ma anche per i fiumi di denaro che richiedono. Venticinque mila euro i soldi necessari solo per una manutenzione ordinaria, poi ci sono i leasing, le assicurazioni, gli autisti da pagare. E lo Stato non può girarsi dall’altra parte.
Cosa chiedono gli imprenditori del turismo
Ecco perché le associazioni di categoria chiedono che vengano inseriti degli emendamenti nel d.l del 19 maggio scorso perché lo ritengono poco esaustivo. In particolare si chiede il blocco totale di leasing e finanziamenti su beni mobili o immobili strumentali, fino al 31 marzo 2021, il prolungamento degli ammortizzatori sociali fino al 31 dicembre 2020, il recupero delle accise sui carburanti per l’intero settore del trasporto pubblico non di linea, l’aumento del fondo di garanzia per le agenzie viaggi da 25 milioni a 250 milioni.
E poi, ancora, l’adeguamento del periodo di riferimento per il “fondo perduto” all’intero secondo trimestre (aprile-giugno) anziché al solo mese di aprile, l’estensione del credito d’imposta per gli affitti di locali commerciali e di rimesse almeno fino al 31 dicembre 2020, lo stanziamento di un fondo di almeno 500 milioni di euro da destinare all’aumento della capacità del Tpl (trasporto pubblico di linea) tramite i mezzi e le strutture del settore Ncc (noleggio con conducente), almeno fino al termine dell’emergenza Covid-19.
Ma le associazioni di categoria pretendono anche un reddito d’imposta del 19 per cento su “pacchetti turistici” con destinazione Italia, acquistati nella rete agenziale nazionali. E anche se il pacchetto delle rivendicazioni riguarda soprattutto il governo Assoviaggi e Federnoleggio non lesinano appunti anche alla Regione Calabria.
In particolare, le due associazioni chiedono che il Decreto “Lavora Calabria” possa diventare più corposo negli importi e allo stesso tempo meno gravoso per le aziende sotto il profilo degli obblighi previsti, che l’annunciato intervento a favore del “turismo locale di prossimità” possa essere poggiato sulla rete agenziale calabrese favorendo in tal modo il coinvolgimento di tutti gli attori della filiera, che la filiera possa essere coinvolta in un necessario cambio di paradigma all’interno dei futuri interventi di marketing turistico.