Il sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, denuncia la gestione delle risorse da parte della Regione Calabria nel settore del turismo e dell’artigianato. Le sue dichiarazioni mettono in luce ritardi e mancate iniziative che, secondo il primo cittadino, stanno penalizzando i comuni e le loro possibilità di rilancio economico.

Uno dei punti centrali della critica riguarda il progetto di rilancio turistico e, in particolare, la vicenda dell’albergo diffuso. Secondo Stasi, la Regione avrebbe avuto la possibilità di investire fondi già disponibili, ma non è stata in grado di spenderli, lasciando progetti e opportunità al palo.
«La verità è che la Regione non è stata capace di utilizzare le risorse già a disposizione» afferma il sindaco, evidenziando come le difficoltà non riguardino solo il turismo ma anche altri settori strategici per l’economia locale. Stasi punta il dito anche sulla gestione dei fondi destinati all’artigianato. Secondo il primo cittadino ionico, due milioni di euro destinati al settore sarebbero bloccati da cinque anni, senza che siano stati pubblicati i relativi bandi.
«Sull’artigianato ci sono due milioni fermi da cinque anni, come i bandi» dichiara, sottolineando l’inerzia degli enti preposti nella gestione delle risorse.

Centri storici e commercio: i bandi che non arrivano

Un’altra questione sollevata dal primo cittadino riguarda il centro commerciale naturale e il piano di valorizzazione dei centri storici. Stasi rivendica il lavoro svolto dall’amministrazione comunale, che ha individuato spazi per il commercio in tutta la città, ma evidenzia l’assenza di bandi da parte della Regione. «Abbiamo trovato gli spazi in tutta la città, li abbiamo messi tutti nei centri storici, ma ancora i bandi non si vedono», afferma. E, secondo lui, la mancata pubblicazione dei bandi non sarebbe casuale: «Forse hanno paura che il sindaco guadagni consenso pubblicandone». La chiusura delle dichiarazioni di Stasi è amara: il sindaco non si aspetta più interventi straordinari, ma chiede almeno che la Regione faccia «il minimo indispensabile» per sbloccare risorse già disponibili e avviare progetti essenziali per lo sviluppo economico locale.