«Una Cgil di lotta non ne esclude una dialogante, ma io preferisco quella di lotta». Gianfranco Trotta, nuovo segretario regionale, ha le idee chiare e non solo perché ha già annunciato di voler valutare la possibilità di uno sciopero generale in Calabria. Sulla sua scrivania i punti all’ordine del giorno somigliano tanto a quella pila di pratiche presenti sui tavoli degli impiegati comunali. Oggi pomeriggio è stato ospite della redazione di Cosenza Channel e, visitando gli studi di Rende del network LaC, si è prestato a rispondere alle nostre domande. In apertura di articolo l’intervista video integrale.

«Non andrò solo a Roccella come atto iniziale dalla mia segreteria - ha svelato -. Passerò prima da Ferramonti, poi da Acquaformosa e poi in un sito produttivo. I messaggi che voglio lanciare sono resistenza, antifascismo e accoglienza dei migranti. Su Roccella, dopo Report, ognuno si è fatto la propria idea, ma in Calabria la stampa locale ne aveva già parlato evidenziando come sia stata cancellata la storia delle persone morte. I nostri modelli sono quelli di Riace e dell’integrazione».

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I temi toccati nell'intervista sono stati tanti: dalla Sanità all’Istruzione, da Baker Hughes alle morti sul lavoro e all’indagine della Guardia di Finanza di Catanzaro sul caporalato nei supermercati. Su quest’ultimo punto è risultato particolarmente sensibile, esprimendo preliminarmente massima vicinanza alla famiglia dell’operaio morto a Locri mentre riparava un ascensore. «In Calabria non siamo all’anno zero, perché ci sono lavoratrici e lavoratori che hanno sottoscritto forme contrattuali corrette. Però lancio un appello - ha aggiunto - vorrei che l’imprenditoria della nostra regione prendesse la distanza da quella malata, che fa male anche a loro. Inoltre, chiedo: esiste una responsabilità da parte dei grandi marchi nazionali e internazionali per i franchising del territorio? Dovevano dissociarsi subito da quanto riscontrato a Soverato perché le carte dell’inchieste certificano una situazione disumana che noi denunciamo da tempo».

Trotta, i messaggi ad Occhiuto su Sanità e Autonomia differenziata

Proposto da Maurizio Landini in persona, Trotta ha totalizzato l’81% dei voti al congresso di lunedì scorso celebrato a Lamezia Teme. Ha 61 anni e proviene da una lunga militanza in cui ha ricoperto già ruoli apicali come quello di coordinatore regionale Nidil, si segretario regionale Snur Cgil (sindacato Nazionale Università e ricerca) e della Flc. Al governatore Roberto Occhiuto ha mandato subito un paio di messaggi in tema di Sanità e Autonomia differenziata.

Partendo dai dati del rapporto Agenas, ha gettato acqua sul fuoco della comunicazione istituzionale del presidente. «Tutti noi viviamo in Calabria e conosciamo lo stato delle cose - ha detto -. I miglioramenti riscontrati dall’Agenas sono dovuti all’eccellenza di alcuni reparti e strutture e all’abnegazione dei medici, degli infermieri e degli Oss che non lesinano lavoro. Se entriamo nel dettaglio, però, dobbiamo dire che chiediamo aiuto ai medici cubani e agli infermieri indiani (che ben vengano) senza avere un piano industriale. Noi abbiamo necessità della certezza della cura, mentre ogni anno portiamo 298 milioni fuori dalla Calabria. In sostanza, stentiamo a portare ai livelli minimi accettabili la nostra Sanità, ma ho la netta sensazione che si viaggi sempre più verso l’abbraccio del privato».

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Sul cosiddetto “spacca Italia”, invece, Trotta ha riannodato i fili. «La divisione non porta a nulla perché i competitor sono Cina e India. Noi che facciamo? Rispondiamo con una ventina di modelli di scuola, sanità e sviluppo energetico. Occhiuto ha ricevuto Calderoli in pompa magna, ha votato sì alla conferenza Stato-Regioni e poi ha frenato. Ora – l’appello del segretario della Cgil Calabria - si schieri per il no, perché è una questione di cultura che deriva dalla lettura della Costituzione. L’Autonomia differenziata, per farla breve, mina le basi della tenuta sociale dell’Italia».

Chiusura dedicata a Baker Hughes. «La politica dovrà spiegare perché 200 giovani calabresi non lavoreranno più - ha chiosato Gianfranco Trotta -. Passa un messaggio sbagliato, perché quando in Calabria arriva un’azienda che vuole investire, va via per cavilli burocratici, fermo restando che doveva rispettare le regole. A Vibo Valentia ha rispettato tutti gli impegni, non potevamo permetterci il lusso di perdere il nuovo investimento».