Ne abbiamo già parlato qualche giorno fa, quando i rappresentanti degli stagionali fecero sentire le loro voci tramite il nostro network. Oggi hanno mantenuto la promessa e sono scesi in piazza nel cuore di Tropea, in Piazza Cannone per la precisione, un luogo profetico, quasi a voler annunciare una guerra per ottenere diritti esistenti solo sulla carta. In realtà, come da aspettative, è stata una manifestazione pacifica e civile, ma che ha riportato grande attenzione su un tema che tocca migliaia di persone in Italia e in Calabria. Dimenticati dai decreti governativi, molti di loro non hanno neppure ricevuto il bonus Inps di 600 euro. “Mai più sfruttamento stagionale” gridano in silenzio, i volti coperti dalle mascherine, come se rintuzzassero rabbia e impotenza represse per anni, bocconi amari inghiottiti senza fiatare, pur di portare un pezzo di pane in tavola.

 

A guidare il gruppo è Domenico Cortese: «Personalmente ho lavorato anche per 3 euro all’ora, per molti anni – ci spiega -. Il bonus Inps è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso perché ha creato discriminazione anche tra di noi. Molti non sono inquadrati come stagionali e anche per questo siamo qui: chiediamo la creazione di un contratto di categoria perché siamo stati sempre i lavoratori più discriminati, sia a livello contrattuale che economico. Chiediamo, inoltre, l’estensione del bonus a tutti i lavoratori. D’altronde, non vogliamo niente di eccezionale, solo il rispetto di regole che già esistono ma non vengono mai applicate».

 

A fare eco a Cortese è un’altra lavoratrice stagionale, Laura Loiacono: «La situazione nelle nostre famiglie è veramente molto grave. Ho due figli e sto facendo i miracoli per andare avanti, cercando di stringere dove già si viveva in ristrettezza e ovviamente dando la priorità ai bisogni dei più deboli, quindi dei figli e lasciando da parte i desideri miei e di mio marito».

 

E tra i manifestanti non manca neppure chi non fa parte della categoria, ma considera gli stagionali una risorsa per tutta l’economia locale: «Se viene meno il turismo – ci dice Antonio Baccaglini – a Tropea si fermerà tutto e andremo incontro a un inverno di grande sofferenza per tutti. È giusto essere qui con loro, e spero che il messaggio arrivi soprattutto a chi non fa parte della categoria: con l’indotto viviamo tutti, non solo loro».