Nella documentazione, secondo alcune indiscrezioni, mancherebbero la fideiussione e la dichiarazione di tutela dei livelli occupazionali
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Colpo di scena nella vicenda dell’Amaco, l’ex municipalizzata dei trasporti dell’area urbana cosentina. L’offerta irrevocabile per il fitto del ramo di azienda giunta dal Consorzio autolinee, unico soggetto imprenditoriale a partecipare all’asta bandita dal curatore della liquidazione giudiziale, Fernando Caldiero, è stata dichiarata dallo stesso Caldiero «inammissibile – si legge testualmente in una nota – per gravi carenze».
Come si ricorderà, entro il termine fissato del 4 novembre scorso, il Consorzio Autolinee, società che fa riferimento all’imprenditore Mario Rocco Carlomagno, aveva depositata un’offerta pari a 75.828 euro e 25 centesimi, esattamente mille euro in più del prezzo minimo indicato nell’avviso. L’importo è riferito al canone annuo per il fitto della sede di contrada Torrevecchia, di impianti e attrezzature impiegati per l’esercizio del trasporto pubblico locale e, ancora, delle quote di partecipazione nel consorzio Cometra, dei contratti commerciali in essere e dei titoli autorizzativi per l'esercizio dell'attività.
L’odierno passaggio tecnico di valutazione del contenuto della busta dell’offerta, doveva essere una semplice formalità, non essendoci altri concorrenti in lizza. Invece ha riservato un esito imprevedibile, nel concreto analogo a quello dello scorso mese di agosto, quando l’asta sia per la vendita che per il fitto, andò deserta. Secondo quanto si è appreso, l’offerta era carente sia della fideiussione, sia della dichiarazione di tutela dei livelli occupazionali. Infatti, l’azienda subentrante, avrebbe dovuto garantire la continuità dei contratti lavorativi dei 111 operatori impiegati da Amaco nel settore del trasporto pubblico.