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Alla discarica di Celico sono tornati i camion carichi di rifiuti. I mezzi pesanti si arrampicano verso l’impianto di smaltimento della Mi.Ga facendosi largo tra largo tra la neve, inconsueta e copiosa, caduta in questo primo scorcio di primavera.
Autorizzazione sospesa per 150 giorni
Dopo il lungo periodo di stop, decretato dal governatore Oliverio, necessario per consentire all’azienda di adeguarsi ad una serie di prescrizioni, la grande buca scavata nella montagna affacciata verso la Sila ha nuovamente cominciato a fagocitare immondizia. Non quella prodotta dai comuni calabresi: questa discarica è al momento esclusa dal circuito pubblico di lavorazione e smaltimento della spazzatura. Ma l’Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) di cui la Mi.Ga dispone, consente il conferimento da altre regioni. Gli autoarticolati avvistati sabato scorso 24 marzo, sono giunti verosimilmente dalla Campania.
Il Tar ha respinto il ricorso dei comuni
Lo scorso 12 marzo il Tribunale Amministrativo ha rigettato l’istanza avanzata per la revoca dell’A.I.A. dal Comitato Ambientale Presilano, dall’Ente Parco e da alcuni comuni della zona. Secondo i giudici non ci sono gli estremi per chiudere la discarica. Ma gli attivisti la pensano diversamente: sono convinti che l’impianto sia illegale e che per questo vada chiuso e l’area bonificata. Ricorreranno al Consiglio di Stato. Intanto mercoledì 28 marzo si terrà un’assemblea pubblica a Celico insieme ai rappresentanti istituzionali per pianificare nuove azioni di protesta finalizzate alla definitiva interruzione delle attività della discarica. Lo ribadiscono Angela Dodaro e Italo Romano, membri del Comitato Ambientale Presilano.
Salvatore Bruno