Sono le 9.30 passate quando due autobus provenienti dalla provincia di Cosenza aprono i portelloni e consentono al carico umano di raggiungere speditamente il piazzale antistante la sede della Regione. Circa 150, giunti a Catanzaro anche con mezzi privati dalla provincia con l'obiettivo di contestare le politiche della giunta in materia di reinserimento lavorativo.

 

«E' dal 2012 che sono tirocinante - racconta Fabio Viteritti - e ho svolto la mia attività in cinque differenti Comuni - tra cui Luzzi, ad Acri, a Bisignano - ma sempre tirocini da 500 euro al mese ma una famiglia con 500 euro cosa può fare?» si domanda. Si tratta dei tirocinanti degli enti locali, nuova etichetta appiccicata a quelli che fino a qualche anno fa erano denominati percettori di ammortizzatori sociali in deroga ma finiti nel calderone dei progetti di inclusione sociale. Giovedì scadranno i termini per presentare eventuali ricorsi ai progetti istruiti dai Comuni in risposta al bando pubblicato dalla Regione lo scorso ottobre allo scopo di consentire da un lato alle amministrazioni comunali di impiegare il personale, dall'altra ai tirocinanti di continuare a lavorare. Hanno portato con loro in viaggio anche le tessere elettorali come forma di protesta alla scelta di finanziare i progetti con fondi di inclusione sociale che non consentirebbero il perfezionamento dei profili professionali. 

 

 

Luana Costa