L’emendamento sulla parziale stabilizzazione dei tirocinanti di inclusione sociale operanti negli enti locali calabresi, sottoscritto dai parlamentari di Forza Italia Giuseppe Cannizzaro e Giovanni Arruzzolo è stato convertito in legge. Consente ai comuni di assumere i lavoratori ricadenti in questi bacini con un part time di 18 ore per la durata di 18 mesi, senza che le spese vadano a gravare sui loro bilanci.

La diffidenza dei sindaci

Ma i sindaci sono ancora molto prudenti e diffidenti rispetto alla concreta applicazione della novità normativa, soprattutto per la carenza di fondi, cinque milioni di euro, insufficienti a garantire la copertura finanziaria per tutti i potenziali beneficiari. Ma a diffidare sono anche gli stessi tirocinanti, che vogliono garanzie sulla prosecuzione del rapporto alla scadenza del contratto. La Cisl in questa fase, con i suoi segretari, è impegnata in una serie di incontri su tutto il territorio regionale, con finalità di informazione e di assistenza sia nei confronti delle amministrazioni che dei tirocinanti stessi. Nei giorni scorsi il tour organizzato dal sindacato ha fatto tappa a Casali del Manco, nel cosentino.

Iniziativa itinerante

«C’è un problema di scarsa conoscenza - ha detto Enzo Musolino, segretario regionale della Cisl – Per questo stiamo girando tutta la Calabria con dedizione e impegno, determinati a sensibilizzare gli amministratori locali perché la stabilizzazione richiede una sinergica collaborazione istituzionale dei sindaci, anche per riempire di contenuti finanziari quegli emendamenti che comunque rappresentano un passo in avanti con il riconoscimento di uno status a questi lavoratori provenienti dal precariato, in particolare dalla mobilità in deroga. La concertazione deve coinvolgere quindi l’Anci e pure la Regione – ha affermato ancora l’esponente sindacale – Queste persone sono già formate ed hanno gli strumenti per andare a riempire le piante organiche carenti dei comuni. Di fatto, già assolvono a questa funzione. Il presidente Roberto Occhiuto ha messo a disposizione del tavolo di concertazione il suo vice capo di gabinetto, Maria Cantarini, tra le massime esperte del settore».

Battaglia senza colore politico

Il paradosso è che la battaglia per i tirocinanti, quindi per il lavoro, tradizionalmente di sinistra, la stia conducendo un’amministrazione di centrodestra: «Noi raccogliamo positivamente i passi in avanti compiuti senza guardare alla casacca di chi, nella sfera politica, si presta ad accogliere le nostre istanze. Certamente, la vertenza Tis è tra quelle che più ci stanno a cuore – ha concluso Musolino – e proseguiremo nel rivendicare i diritti di queste persone finché non si arriverà alla soluzione definitiva».

Aperta una nuova fase

«Il passaggio parlamentare ha aperto una nuova partita – ha sottolineato Gianni Tripoli, segretario generale Felsa Cisl - Prima di questo emendamento non esisteva una norma nazionale che individuasse questo bacino di precari. Adesso si tratta di individuare le risorse mancanti per compiere il passo successivo: quello della contrattualizzazione e poi della stabilizzazione. Perché dopo dodici anni di tirocinio, con i comuni che non possono più rinunciare all’apporto essenziale di questi lavoratori, non ci può essere un epilogo diverso».