VIDEO | Precedentemente la società Sateca e i comuni si erano accordati sulla prosecuzione delle attività termali fino all'entrata di un nuovo gestore,ma un nuovo cavillo ha fatto saltare tutto
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«I sindaci, mutando la linea di ragionevolezza sin qui tenuta, ed espressa ripetutamente nei precedenti accordi siglati dinanzi al Prefetto di Cosenza - secondo cui la gestione temporanea chiesta a S.A.Te.Ca. avrebbe dovuto proseguire fino alla definitiva conclusione della procedura di selezione e subentro del nuovo soggetto gestore - avrebbero voluto imporre una data ultimativa dell’accordo con S.A.Te.Ca., indipendente da tale effettivo subentro. Tale data è stata indicata dai sindaci, inderogabilmente, nel giorno 30 novembre 2021. Ad una simile pretesa, S.A.Te.Ca. non ha potuto aderire». È quanto si legge in una della società che da oltre 80 anni gestisce il parco delle terme Luigiane sorto sui territorio di Acquappesa e Guardia Piemontese. L’incontro di oggi tra S.A.Te.Ca. e i sindaci Francesco Tripicchio e Vincenzo Rocchetti prevedeva la conclusione dell’iter di restituzione volontaria da parte della società della famiglia Ferrari dei beni mobili e immobili di proprietà del Comune (azione, questa, che avrebbe consentito agli enti di stilare un nuovo bando per l’assegnazione della gestione delle acque termali) e invece si è registrare la rottura dell’accordo che qualche giorno fa sembrava aver messo d’accordo tutti, scongiurando la chiusura delle attività termali nonostante la scadenza del contratto.
Le conseguenze della decisione
«Con una tale formulazione – si legge ancora-, qualora alla scadenza del 30 novembre 2021 non dovesse essersi conclusa l’articolata procedura di individuazione e subentro del nuovo gestore, l’attività termale si interromperebbe automaticamente, con gravissime ripercussioni sulla certezza dei posti di lavoro e con drammatici effetti sulla sopravvivenza stessa dell’azienda e dell’indotto di tutto il territorio. Stando così le cose, infatti, già oggi S.A.Te.Ca. dovrà rinunciare a siglare importanti accordi con diversi tour operator e bloccare la programmazione della stagione 2021». La società, ad ogni modo, fa sapere che manterrà fede all’impegno di restituzione volontariamente assunto, riconsegnando anche lo stabilimento San Francesco. Inoltre, i 250 lavoratori, che ora rischiano nuovamente di andare a casa, sono stati convocati dalla società per il prossimo 27 gennaio.
La replica dei sindaci
Alle parole della società, hanno subito replicato i rappresentanti dei Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese con una nota congiunta. «Nei giorni scorsi - scrivono i sindaci Tripicchio e Rocchetti - la Società aveva comunicato l’elenco dei beni dalla stessa ritenuti strettamente necessari alla prosecuzione delle attività termali e, in riscontro a tale comunicazione, i Comuni avevano rappresentato la propria disponibilità a procedere alla riassegnazione dei beni immobili richiesti, a meno di uno solo. Nel frattempo i legali della Società S.A.Te.Ca avevano inviato ai legali dei Comuni una proposta di atto da sottoscrivere per la riassegnazione». Ma tale proposta non è stata accettata dalle amministrazioni comunali, in quanto, «oltre ad essere stata concepita come una sorta di “proroga” di un contratto ormai scaduto, peraltro con un corrispettivo ancora più irrisorio rispetto a quello attuale, contiene una serie di punti assolutamente non attuabili per la pubblica amministrazione, quali ad esempio la non indicazione di un termine preciso di scadenza, ma con un termine di scadenza aleatorio e non preciso, ovvero fino al subentro del nuovo soggetto gestore».
IL rifiuto della S.A.Te.Ca
«Nell’incontro di oggi - specificano i due sindaci - la Società Sateca ha rifiutato categoricamente la data del 30 novembre 2021 come termine ultimo di scadenza per la restituzione dei beni oggetto di riassegnazione e non ha inteso procedere con la restituzione dei beni che dovevano essere restituiti oggi, venendo meno all’impegno, assunto con i precedenti verbali, di completare entro la data odierna l’iter di restituzione degli immobili di proprietà dei Comuni». Per i primi cittadini si tatta di un'azione che avrà delle conseguenze: «Le Amministrazioni, ovviamente, adotteranno tutti gli atti e i provvedimenti opportuni a tutela degli interessi delle comunità di Acquappesa e Guardia Piemontese e, certamente, non produrranno nessun atto o documento, che sia, anche minimamente, contro gli interessi e la salvaguardia del patrimonio pubblico».