VIDEO | Parte dei 250 impiegati della società Sateca hanno manifestato nel piazzale d'ingresso del parco termale. Chiedono garanzie sul fronte occupazionale
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L’accordo siglato ieri tra i Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese e la società Sateca non ha convinto i 250 dipendenti, che questa mattina sono scesi in strada per chiedere a gran voce garanzie sul loro futuro lavorativo. L'imponente parco termale, che vanta acquee solfuree tra le più benefiche d'Europa, ha rischiato di chiudere i battenti a causa di una lite a distanza tra i Comuni su cui sorge l'impianto e la società che lo gestisce da quasi un secolo. Trovata il giusto compromesso, che di fatto scongiura al momento la chiusura delle Terme Luigiane, i lavoratori ora chiedono che sia fatta chiarezza anche sulla loro posizione.
I sindacati al fianco dei lavoratori
A sostenere questa bataglia, ci sono anche i sindacati. Questa mattina, nel piazzale d'ingresso del parco termale, c'era, tra gli altri, anche Gerardo Calabria, segretario provinciale della Cisl. «I lavoratori oggi sono preoccupati perché in questi giorni si è discusso di tutto, meno che di occupazione». Secondo Calabria l'accordo tra le parti, infatti, non garantirebbe l'assunzione a tutti i 250 dipendenti. Il nuovo regolamento delle acque termali (di cui i Comuni sono sub concessionari), consente alla Sateca di utilizzare soltanto il 12% delle acque utilizzate in precedenza, pertanto molti posti di lavoro potrebbero essere a rischio. «Seguiremo tutte le fasi del nuovo iter - afferma ancora Calabria - e se i diritti di tutti i lavoratori non verranno tutelati, siamo pronti ad alzare il tiro della protesta».
I timori dei dipendenti
Quando i sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese, quasi da un giorno all'altro, hanno imposto limiti e restrizioni alla Sateca, proprio quando mancavano una manciata di giorni alla scadenza del contratto, si sono difesi dichiarando di voler mettere fine a un monopolio durato più di ottant'anni per favorire la libera concorrenza. I dipendenti, però, difendono a spada tratta l'azienda, la quale avrebbe sinora concesso ogni diritto, consentendo la nascita di un piccola ma solida economia locale. Favorire la libera concorrenza potrebbe voler dire fare i conti con una nuova realtà lavorativa, che lascia molti dubbi e perlessità: «Credo che sia impossibile - dice una dipendente della società Sateca - trovare un'altra azienda come quella attuale. Abbiamo molta paura per il nostro futuro». La Sateca, come prevede l'accordo, continuerà a gestire le terme fino alla pubblicazione di un nuovo bando pubblico, che consentirà a un'altra azienda di prendere le redini del parco termale.